16.6.08

the comedian: la vera storia di ohdaesu/1

Che ora era?
Potevo vedere il riflesso della mia barba, lunga di tre giorni, sulla bottiglia di whiskey da quattro soldi, quasi vuota, poggiata sulla scrivania. Dovevo essermi appisolato per qualche ora.
Provai a mettermi seduto. Avevo un terribile mal di testa da sbornia e la schiena a pezzi per aver dormito su quella seggiola cigolante. La notte prima era un ricordo sbiadito. Ricordavo solamente di aver incontrato Frank Greedy, poi nulla. Nella stanza regnava il solito caos.
Mi raddrizzai sulla vecchia seggiola e provai a sgranchirmi braccia e gambe.
Sulla scrivania, le solite cartacce.
Diedi un'occhiata alle cinque o sei buste ancora chiuse. Forse quella era la volta buona per dar loro uno sguardo e sbarazzarmene.
Avevano tutte il medesimo aspetto innocuo. Bianche, sobrie, professionali. Tutte educatamente indirizzate a Mr. Oh Dae-Su, Detective Privato.
Ero io.
O quello che restava di me, dopo una bottiglia di whiskey scadente e una notte con Frankie Greedy che non riuscivo a ricordare.
Bollette, pubblicità di un deodorante per uomini, l'ennesima lettera del padrone di casa che reclamava l'affitto del mese e si lamentava per qualche sciocchezza. Una volta avevamo un buon rapporto, io e Mr. Allen, poi quelle dannate scimmie ammaestrate avevano rovinato tutto.
Animali deliziosi, certo. Ma ero stato un po' troppo ottimista sulla mia abilità di ammaestratore.
Gettai le bollette nel cestino, diedi uno sguardo alla lettera di Allen, poi mi misi a leggere il depliant sul deodorante Bosco Selvaggio e i suoi sei differenti aromi originali.
La testa mi scoppiava e non avevo nessuna intenzione di alzarmi da lì e andarmi a dare una rinfrescata.
Il trillo del telefono esplose come una granata ficcata dentro la mia povera scatola cranica.
Era Allen. Urlava qualcosa che non riuscivo ad afferrare.
Qualcosa a proposito di Mrs. Plowright e della spazzatura.
"Lei sa, Mr. Ohdaesu" diceva la vocetta stridula nella cornetta "che la signora Plowright è una donna anziana. Quando ha trovato quella bambola gonfiabile nei bidoni della spazzatura ha avuto un mancamento ed è stata portata di corsa all'ospedale"
"Il commesso mi ha ingannato" provai a giustificarmi con la bocca impastata di sonno e whiskey stantìo "io avevo chiesto una bambola che dicesse il mio nome se le si spremeva il braccio".
Ma Allen continuava con il suo sermone.
Riattaccai, spossato.
Stavo pensando di farmi un altro sonnellino, quando sentii dei passi di donna su per le scale.
Tacchi alti.
Il ticchettìo avanzava lentamente sui gradini che portavano al mio piano.
Poi si fermò davanti alla mia porta.
Inghiottii un po' di liquore acido e mi misi in attesa.
Bussarono. Risposi che era aperto.
Mrs. Jennifer Mahoney, moglie del re del formaggio Mahoney, nel suo completino Chanel color fragola, avanzò nel disordine sudicio del mio mondo.
"Mrs. Mahoney", dissi, trattenendo il subbuglio del mio apparato gastrointestinale.
"Detective" disse lei, con quelle labbra disegnate perfettamente dal rossetto rosso fuoco.
Provai ad alzarmi, ma non ci riuscii. Mi aggiustai la cravatta stropicciata e il colletto unto.
Abbozzai un sorriso, mentre quella donna bellissima ed elegante, col suo sguardo malizioso e acuto e i suoi capelli biondi che cadevano morbidi e confidenti sulle spalle, attraversava la stanza, scacciava le cartacce con la punta delle sue scarpe rosse, si sedeva sulla sedia di fronte alla mia scrivania e si accendeva una Lucky Strike senza filtro, continuando a studiarmi.
Attese che la sua prima boccata di fumo fosse svanita sopra la mia testa, prima di aprire bocca.
"Ha delle novità per me?" chiese con quella sua espressione indecifrabile, da adorabile sgualdrina.
Jonathan Mahoney era sparito da nove giorni, o forse di più, non riuscivo a ricordare. E la sua deliziosa mogliettina mi aveva assunto per ritrovarlo. Erano stati nove giorni davvero molto strani.
"La situazione è complicata, Mrs. Mahoney. Deve avere pazienza"
"Sono molto preoccupata" disse allora con voce affievolita, abbassando lo sguardo sul pavimento.
Che attrice strepitosa, pensai con la parte sana del mio cervello. Chissà chi l'aveva aiutata a fare sparire il vecchio Mahoney.
La vidi alzare lo sguardo e fissare qualcosa sotto la scrivania.
"Detective Ohdaesu" disse con voce strana "lei non ha le mutande"
La cosa non mi stupiva troppo.
"E..." continuò "ha la vagina".
Diavolo di un Frankie Greedy, pensai. Dove diamine mi aveva portato la notte prima?
"Ed un cappello da chef in testa", disse infine.
"E' stata una notte confusa, Mrs. Mahoney" dissi col tono di sempre, togliendomi il cappello da cuoco dalla testa e accavallando con grazia le gambe.
"Ma anche la sua, Mrs. Mahoney" dissi con un ghigno furbo, fissando i lividi freschi che facevano capolino dal colletto del suo abito "non deve essere stata noiosa".
Lei cambiò espressione e si aggiustò il colletto per nascondere i suoi segreti.
"Io la pago profumatamente per il suo lavoro, Ohdaesu" disse gettando una busta sulla scrivania e alzandosi in piedi con un tintinnio elegante di bracciali. "Spero che il mio John non sia in pericolo per colpa sua".
"Lei mi nasconde troppe cose, Mrs. Mahoney"
"Io non le faccio domande sul suo strano passato, Detective" disse lei con una smorfia furba, mentre si richiudeva la porta dietro le spalle.
Il mio passato.
Reclinai la seggiola e fissai il soffitto macchiato d'umido e di muffa.
Poi aprii il secondo cassetto della scrivania.
La lettera rossa era ancora lì.
La scartai per l'ennesima volta e lessi il biglietto anonimo.
"Per Mr. Oh Dae-Su, Detective Privato, 1094 Sunset Boulevard, Viareggio CA. La S.V. è invitata a partecipare al convegno organizzato dalla Fondazione Maximillian dal titolo "Cineblogs e Free Critic", il 16 giugno p.v.. Modererà il dibattito il prof. Vladimir Nicolescu, esperto della materia"
Rimisi il biglietto nella busta e la busta nel cassetto.
Cinebloggers.
Sembrava passato un secolo.
Forse era passato veramente un secolo.
E mi avevano trovato.
Mi alzai e andai a guardarmi allo specchio.
Avevo un'aria orribile.
Gettai uno sguardo tra le gambe, cercando di ricordare cosa fosse successo.
Nulla.
Tirai su la camicia e feci un mezzo giro.
Non male, però, non male.

(1- continua)

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Leggete troppo jonathan lethem, da quelle parti

s h i v a ha detto...

l'autore di the comedian tiene a precisare di "non aver mai letto una sola frase di jonathan lethem". Questi autori sono un pochino permalosi...

Anonimo ha detto...

Vagina is the new vagina!
Il look mi si addice e la storia è già intrigante.

Anonimo ha detto...

Io l'ho sempre pensato che Ohdaesu avrebbe fatto questa fine. Cioè con l'avere una vagina.

(With an octopus inside. And it hurts)

Ale55andra ha detto...

Io una volta ho sognato di avere il pene, devo preoccuparmi?

Valentina Ariete ha detto...

Certo che qui siete fissati con le vagine....

s h i v a ha detto...

sì forse i nostri autori delle blogseries hanno qualche problemino :)

souffle ha detto...

@shiva: vedi che ho ragione? :)

Anonimo ha detto...

chiedo perdono ma arrivato a metà mi sono arreso a tutti quei nomi... cmq bello

Anonimo ha detto...

Povero Nicolescu...Non sa cosa lo aspetta...

s h i v a ha detto...

souffle, dai, non mi dirai che solo i maschi nerd etero hanno problemi con la vagina! :)

steutd: quali nomi?!?!

conte: secondo noi (ma gli autori non si sbottonano) quel prof dal nome romeno ha invece qualche idea di quel che lo aspetta ;)