1.7.08

inside kotionkin/1

Chi bussa alla porta di Casa Kekkoz?
E' quello che bisbigliano tutti.
Domenica, 29 Giugno 2008.
Ormai siamo tutti diventati pratici con le complicatissime procedure di sicurezza che il Direttore ci costringe a seguire per le riunioni di redazione.
Fa un caldo boia. Tony è riuscito a trovare questa specie di pinguino - una sottomarca illegibile - al mirabolante prezzo di ottanta euro. Il Direttore ci ha pensato su una settimana. Ottanta euro son sempre ottanta euro, andava borbottando, secondo fonti vicine al suo Stanzino pregno di odore di sigaro.
Poi l'abbiamo preso e l'abbiamo subito battezzato McGuffin.
Ma il McGuffin è una delusione.
Fa comunque un caldo boia.
Tony ha lo sguardo basso. Si sente colpevole. Tutti hanno sostenuto la sua causa per la frescura rivitalizzante. Qualcuno si è persino esposto personalmente, sfidando i vapori caraibici dello Stanzino ed andando a perorare direttamente col Direttore la causa modernista della climatizzazione dello Stanzone - ovvero l'arroventato locale rettangolare provvisto di grosso tavolo di latta in cui si celebrano le segretissime e coinvolgenti riunioni della Redazione di Kotionkin. Ovvero noi.
Adesso tutti bisbigliano due cose.
Chi bussa a Casa Kekkoz?
Questa è la prima.
Ho ricevuto pure degli sms.
Il tono era sempre più concitato.
Chi bussa a Casa Kekkoz? Chi cazzo bussa a Casa Kekkoz? Chi cazzo bussa nella cazzo di Casa Kekkoz? Chi cazzo bussa nella cazzo di Casa del cazzo di Kekkoz?
Quest'ultima suonava particolarmente inquietante, così si è preferito spostare la concitazione e le interiezioni verso il presunto colpevole di questa lunga, lunghissima attesa.
Che cazzo ci ha rifilato Tony con quei cazzo di ottanta euri?
Questa la seconda cosa che bisbigliano tutti.
Perchè il destino, spesso, è ingiusto. Così si dà il caso che la persona che nei bisbiglii di tutti è considerata colpevole di questo abnorme cliffhanger sia la stessa persona che ha mobilitato la quietissima Redazione per una causa - la frescura nello Stanzone - rivelatasi assai poco degna di cotanta passione.
Tony Montana.


Non vi sto certo a spiegare perchè ci chiamiamo tutti con dei nomi di battaglia.
Alla prima riunione di Redazione, alla fine di maggio, il Direttore si presentò con una lista di pseudonimi che riteneva adatti ai vari colleghi. Non vi dico le proteste e i dibattiti.
Alla fine si è deciso che ognuno si scegliesse il proprio.
Ma il Direttore, memore della lezione di Joe Cabot, aveva ragione.
Tre di noi maschietti si presentarono come Tony Montana, altri due come Jena Plissken (un altro, con aria snob, precisò che lui sarebbe stato Snake Plissken) e tutte le tre donne della gloriosa compagine annunciarono all'unisono che sarebbero state Rossella O'Hara.
Margo (che si ritrovò fortunatamente l'unico aspirante - e pertanto automaticamente proprietario - di quel nickname) storse il naso girando uno sguardo sprezzante verso tutti noi e i nostri ridicoli stereotipi di genere.
"Ve l'avevo detto", sbottò il Direttore, accendendosi il suo sigaro.
Si fece il sorteggio.
Due Tony Montana, un Jena Plissken (la convivenza di due Plissken - Jena e Snake - fu ritenuta accettabile) e due Rossella O'Hara dovettero cambiare nome.
Io, con somma ingiustizia, fui l'unico ad essere privato del diritto a un suggestivo pseudonimo.
"Tu sei lo Scrivano" sentenziò il Direttore.
"Che vuol dire?"
"Che prendi nota di quel che succede qui dentro e poi ci fai una rubrica"
La cosa, ve lo devo proprio confessare, non mi entusiasmò così tanto.
"Una rubrica su... Kotionkin?"
"Bella idea, eh?" disse il Direttore stritolando il suo sigaro tra i denti e facendosi schioccare le bretelle sul petto.
"Ma potrei almeno, che so, essere Bartleby?"
"No, caro, mi spiace. Anche a me piacerebbe avere un nickname, che ti credi? Mi sarebbe tanto piaciuto J. J. Jameson" disse il Direttore.
Non fu una grande riunione, quella.
Tutti alla fine erano contenti e, uscendo, mi battevano la mano sulle spalle.
"Wow, solo tu e il Direttore non avete un vero nome di battaglia!".
Come se fosse un privilegio.
Ma è acqua passata ormai.
Torniamo a noi.


Il povero Tony, dunque, vive il suo primo momento di declino dopo una formidabile ascesa.
Prima vince il sorteggio per il suo nickname.
Poi sforna, con l'aiuto del suo gruppo di creativi (noti come le Scimmie), la blogseries più amata dai Lettori, Casa Kekkoz.
La sua fama è a dir poco smagliante.
Le ragazze lo guardano con sguardi d'intesa e lui cammina a testa alta lanciando occhiolini a chiunque.
Ma la fortuna gira, si sa.
"Allora" dice il Direttore.
Tutti smettono di bisbigliare.
"Domenica 29 Giugno 2008, riunione numero... Scrivano?"
"Sette" dico io.
"Riunione numero sette della Redazione di Kotionkin"
Tutti annuiscono.
"Chi cazzo bussa a Casa Kekkoz?" sbotta il Direttore puntando il sigaro contro Tony.
Tutti giriamo le teste verso il pover'uomo.
Questa rubrica deve dire le cose come stanno.
Verità, verità e verità.
Questo mi disse il Direttore quando si decise che Inside Kotionkin avrebbe fatto il suo debutto nel blog e questo mi ripeto mentre scrivo queste righe.
Verità.
E come potrei servire davvero la verità senza rendervi partecipi, miei cari Lettori, degli sguardi compiaciuti, dei ghigni e dei bisbiglii di approvazione (" "cazzo" ci stava tutto, che cazzo") che scivolarono svelti verso il volto pietrificato e sudato del nostro povero Tony?
Non è stato proprio un momento edificante, bisogna dirlo.
Tony è un ragazzo simpatico.
C'è gente che lo prende in giro perchè se provi a dirgli "Plurk" lui ti dice "3 Giugno 2008, intorno alle 11 del mattino".
Sì, esatto. Il twitter di Kekkoz. Lo sa a memoria.
Volete sapere come l'ha presa quando Kekkoz ha chiuso il twitter?
Più o meno come la prese Ellen Burstyn quando cominciò a capire che non l'avrebbero chiamata a partecipare al suo programma tv preferito.
Qualcuno l'ha visto camminare da solo a notte fonda, guardando a terra e scuotendo la testa.
Ma, sapete, sono chiacchiere e pettegolezzi.
C'è chi dice che si è convinto che è tutta colpa sua e che ogni sera prova a scrivere una lettera di scuse a Kekkoz, ma poi la butta via perchè sa che non servirebbe a niente e che il Direttore lo licenzierebbe su due piedi.
Altre chiacchiere, comunque.
Il fatto è che tutti aspettano il prossimo episodio di Casa Kekkoz e Tony va dicendo che le Scimmie sono in crisi, senza twitter e senza tumblr, che dopo quattro episodi di grande successo si sono fatti prendere dal panico, eccetera.
Vi dico una cosa: io sono andato a sbirciare nella loro stanza, una notte, ed è tutto vero: stanno tutti chiusi lì dentro, a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Scompigliati, spiritati, sudati, spettinati, stravolti.
Poveri ragazzi.
Lavorare qui dentro non è mica una passeggiata, ve l'assicuro.
Almeno io devo solo tenere aperti occhi e orecchie e raccontare.
Ma scrivere una serie, be', quella è un'altra cosa.
Insomma, tutti ghignano e bisbigliano e fissano Tony che sta per ammettere pubblicamente che l'episodio non è pronto e che il suo gruppo è senza idee.
La Tramell, poi, non sta nella pelle.
Anche questo, se verità dev'essere, ve lo devo dire.
Catherine Tramell ha le foto di Kekkoz tutt'intorno al monitor del suo computer. Lei voleva che Casa Kekkoz fosse un'appassionata storia d'amore, con Kekkoz che seduce donne forti e indipendenti e le trasporta in tumultuose vicende passionali. Se vi è mai capitato di essere oggetto di una potentissima e violenta gelosia da parte di una donna tenace e tagliente, be', forse potete farvi un'idea approssimativa di quel che dev'essere la situazione di Tony.
E poi, qualcuno ha messo in giro la voce che Kekkoz avrebbe scritto a Tony. A proposito di Casa Kekkoz.
Catherine ha accartocciato un bicchiere di plastica con tutta la coca light dentro.
Ma sono chiacchiere. La posta la apre Betty, fedelissima segretaria del Direttore e custode incorruttibile, si dice, di segreti inconfessabili. Nessuno sa davvero chi scrive a Kotionkin.
Ma insomma, Tony è nei guai.


Poi, però, fa slittare una busta sul tavolo di latta.
Questa ve la devo proprio raccontare bene.
Prima ci sono tutti questi ghigni e bisbiglii e sguardi. E c'è, soprattutto, quello di Catherine, che è tutto un fremito di rivalsa.
Poi c'è questo rumore che fa la carta marrone delle buste per documenti mentre scivola liscia liscia sul tavolo di latta, come una birra schiumosa servita dal principe dei baristi, attraversa e trascina gli sguardi di tutti e finisce quieta sotto il naso e il sigaro del nostro amato e temuto Direttore.
Il quale, dopo aver letto le prime righe del foglio che sta dentro alla busta dice:
"Ah!"
Ed è quel tipo di "Ah!" che si dice solo poche volte nella vita. Non è proprio un "Ah!" di stupore. E neppure un "Ah!" di approvazione. E' una specie di miscela rara che capita di ritrovarsi in bocca in quelle rare occasioni in cui qualcuno ti indica una soluzione per un problema che ti tormenta e hai la fortuna che non si tratti solamente di una soluzione che ti piace e a cui non avevi mai pensato prima ma anche di un qualcosa che ti mette immediatamente di buon umore, ti fa aumentare la stima per la persona che te l'ha indicata, aumenta il tuo grado di fiducia nell'umanità tutta e ti fa riconsiderare vari giudizi cattivi che hai sparacchiato nei confronti di amici e nemici nel corso degli ultimi anni.
"Ah!"
Proprio così.
E adesso tutti tacciono.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

se vi scappa dalle dita sto coso diventa più autoreferenziale del peggior cineblog

attenzione alle rubriche "cool", che non fanno male ma manco bene

Ale55andra ha detto...

Da quando vi ho detto che battete la fiacca vi state dando un mondo da fare eh? :P

Anonimo ha detto...

3 tony montana e neanche un tyrel durden? non è credibile... è la redazione di "donna oggi", altro che...

Anonimo ha detto...

Questo è solo un cazzo di slealissimo (e ottimo) cliffhanger del cazzo.

Anonimo ha detto...

OT: siamo troppo UP ;)
Grazie per la menzione nel blow-jones.