30.6.08

il confessionale: jerrygarcia

JerryGarcia, ti definiresti uno sborone?
Come primo impulso sì, ma poi sono molto più umile. Ma solo perché voglio evitare figuracce. Per dire, non mi presenterei mai come "il più grande esperto di...".

Secondo te se facciamo un sondaggio tra i tuoi lettori, viene fuori che sei uno sborone?
Probabile. Anzi, sicuro

E in cosa sbagliano?
In niente, solo che a me non interessa se uno è sborone o meno, basta che ci capisca di quello che fa. Come il dr. House.

Pensi di capirne molto di cinema? Sei il Dr. House dell'analisi filmica?
Più che capirne, tento di capirci. Anche perché se non si conoscono i meccanismi cinematografici, è come voler leggere un libro senza saper leggere. E’ proprio uguale.

Quindi tu li conosci bene?
La strada è luuuuuuunga, ma incomincio. So distinguere cosa è cinema da ciò che non lo è.

Però l'atteggiamento assertivo dei tuoi post e quello aggressivo di certi commenti sembra essere quello di uno che ha già le risposte.
Be', a molte delle questioni alzate dai cineblogger, ho già le risposte, dato che le domande in sè non hanno senso di esistere.

Come mai hai scelto di studiare legge?
Devo essere sincero?

Certo, è il confessionale.
Non avrei potuto fare altro

In che senso? Non sei capace di fare altro che l'avvocato o il giudice o non so che?
Magari fossero solo queste le carriere. Dopo il primo anno mi ero convinto di fare il concorso per la Banca d'Italia; dopo il secondo, il concorso per le Camere;dopo il terzo, l'avvocato.

Quindi farai l'avvocato?
Avvocato+consulente legale+professore=$. Penso che tenterò la carriera d'avvocato.

Quindi hai scelto legge perchè speri di fare soldi?
Mmm, devo essere sempre sincero con me stesso: facoltà scientifiche non avrei potuto farne (al Liceo ho avuto scarsissime nozioni di matematica, fisica, biologia e chimica... non sto scherzando, senza la calcolatrice sarei perduto). Di letterarie, nemmeno a parlarne, non tanto per l'assenza di sbocchi lavorativi, ma perché mi avrebbero traviato

Cioè?
Passo la mia vita a fuggire dalle istituzioni culturali: a scuola andavo benissimo, ma andavo un giorno sì e venti no. Ora, all'università, avrò sì e no frequentato una decina di lezioni - e mi sto tenendo largo - e ho una media superiore a chi invece passa la propria vita in facoltà.

E cosa c'entra questo con il non scegliere le materie letterarie?
Perché a Lettere e Filosofia o al DAMS o ... (mettete voi la facoltà) insegnano l'Arte, la Cultura, la Filosofia. L'Arte è il luogo di un discrimine, come nel cinema: ciò che è arte e ciò che non lo è...ciò che è cinema d'Autore e ciò che è invece intrattenimento e andrebbe guardato dall'alto. Insomma, insegnano a pensare, non a fare.

Bah, ammesso che sia così, potevi fare materie letterarie e non andare in facolta' come fai adesso, ma usare il tuo tempo per studiare quello che ti piace invece che la procedura civile. Il cinema ad esempio. Che dici?
No, perché le istituzioni mi avrebbero seguito a casa, con i loro pessimi libri. Il manuale di Procedura non è altro che un resoconto del codice, delle successive leggi e sentenze. I manuali di diritto riportano i fatti e quando non lo fanno, passo alla riga successiva.

Ci stai dicendo che per la tua passione cinematografica è meglio usare i ritagli del tempo della procedura civile che non il tuo tempo?
Io non ho ritagli di tempo, ho il tempo e lo suddivido: che ci crediate o no, passo probabilmente lo stesso tempo a studiare, a leggere, a vedere film, a sentire dischi, a vedere la tv, a stare al pc, ad andare in palestra.

Ma il diritto ti piace?
Perché, il cinema mi piace?

Non saprei, era la prossima domanda
Per poter analizzare con serenità le cose, queste non vanno amate riuscireste mai a trovare i difetti del/la vostro/a amato/a? Per questo non si può essere cinefili.

Ok, allora riformulo la domanda, vostro onore: ti piace studiare diritto e ti piace l'idea di occuparti di diritto come lavoro?
Allora, studiare diritto è per il 50% noioso e per il restante 50$... ops, 50% utilissimo e interessante e l'idea di occuparmi di diritto per lavoro mi esalta.

Se ammetti serenamente che è solo per i soldi passiamo ad un altro argomento.
Ma anche se studiassi cinema, sarebbe solo per soldi. Se fossi stato in America, probabilmente avrei studiato cinema. Là c'è un'industria e un mercato. Da noi pure c'è, ma è molto più piccolo e disprezzato.

Non ti passa per la testa che, visto che hai un blog che parla di cinema, saresti soddisfatto di frequentare gente che si interessa alle tue stesse cose in modo approfondito? di scambiare idee? di confrontarti? o pensi che studiare qualcosa è solo attrezzarsi per il mercato?
Per l'ultima tua domanda, rispondo di certo affermativamente. Per il resto: non sarei per nulla soddisfatto di frequentare gente che si interessa al cinema nella maniera in cui lo insegnano all'università, di gente che legge Eco e pensa che sia la bibbia, di gente che studia la storia del cinema!

Frequenti molti studenti di cinema?
Non molti, ma alcuni sì e all'università vedo quelli che studiano al DAMS

E come ti sembrano?
Sinceramente?

Ovvio
Perdono il loro tempo. Dopo 5 anni non sapranno fare cinema e non sapranno nemmeno che cos'è il cinema. Al DAMS insegnano tutto fuorché il cinema, che non è la storia del cinema. Al DAMS gente come Bazin, Metz, Deleuze o Canudo viene vista con la puzza sotto al naso.

E' opinione diffusa tra i giuristi che a giurisprudenza non insegnino nessuna professione giuridica, quindi mi sembra lo stesso.
Hai ragione! Ma purtroppo l'ho scoperto troppo tardi. Tornando indietro farei Comunicazione o Statistica o Economia.

Chi ci capisce di cinema tra i cinebloggers?
Domanda difficile. Uno solamente, della Connection.

Vogliamo il nome. Questo è il confessionale
Ma in che senso ci capisce? Per dire, non sottoscriverei nessuno dei post della Connection (cosa che farei ampiamente con, che ne so, gli articoli di Sergio Sozzo di Sentieri Selvaggi/Close-up), però Honeyboy è più sulla mia linea d'onda. (Delirio non è più nella Connection).

Stai dicendo che chi non è sulla tua linea d'onda non ci capisce un cazzo?
Ma nemmeno Honeyboy è sulla mia linea d'onda! Ma sta cominciando a capire. Lo è di più, ma non lo è totalmente.

Dimmi qualcuno che non è sulla tua linea d'onda ma diresti che ci capisce di cinema.
Nella Connection, nessuno. Fuori, Simone Emiliani di Sentieri Selvaggi, Leonardo Lardieri sempre di Sentieri Selvaggi, Filippo Mazzarello di Linus/ViviMilano (che però odio), Mazzarella, ops a volte, Giona Antonio Nazzaro di Rumore/FilmCritica/FilmTv, Alberto Pezzotta, Pier Maria Bocchi di ... (non so più dove scrive!).

Ti definiresti un tipo a cui piace il dialogo e il confronto e che si sente stimolato dalle opinioni altrui?
Mi piace il dialogo che porta a qualcosa. Se leggete i commenti di tutti i cineblog, c'è solo una ressa di gente che esprime pareri come al bar e poi finisce tutto a tarallucci e vino: "vabbè, comunque 'de gustibus'". Ma vaff...! De gustibus un paio di ...!

Qui si possono dire le parolacce. Perchè non li hai mai chiusi i commenti?
Bella domanda.Perché spero sempre che qualcuno possa trovare utile (e non piacevole) un mio post, ma siccome non succede, forse dovrei chiuderli.Poi in fondo litigare mi piace. Mi alleno da avvocato.

Oh, finalmente l'hai detto.
Voi ci scherzate, ma a volte vorrei proprio metterla sul piano fisico, tipo duello medievale.

Pensi di vincere? Sei un tipo fisicamente forte?
Alzo 100kg su panca piana, 120kg a stacchi, 20kg per manubrio di bicipiti... oddio, adesso sembro un personaggio di Bret Easton Ellis o di Craig Davidson

Ok, ok. Hai mai comprato fiori per una ragazza?
Certo.

E per un ragazzo?
No.

Il tuo migliore amico che studia?
Per me il miglior amico non esiste.

Ok. Hai molti amici cari che condividono le tue passioni per il cinema e per i muscoli?
Aspe', io non ho la passione per i "muscoli", ma per il corpo (in forma). Comunque, abbastanza.

Sei single?
No.

La tua ragazza legge il tuo blog?
A volte e mi prende in giro

Per cosa?
Perché mi comporto come un nerd. Ma dal Cinepugno, la situazione è molto migliorata.

Perchè?
Perché praticamente adesso non "parlo" più con nessuno.

Non t'immischi coi nerd senza muscoli?
Sono loro a non immischiarsi più con me. Io non discrimino chi ha poca cura di sè. E’ chi ha poca cura di sè che discrimina tutti gli altri oltre a se stesso. Ad esempio, quando vado dicendo che Sylvester Stallone è un grandissimo regista (superiore a generazioni e generazioni di registi più blasonati), vengo visto come un pazzo. E perché nessuno crede che Stallone sia un immenso cineasta?

Perchè?
Perché a scuola e all'università (oltre che in famiglia) hanno insegnato che chi è un bodybuilder è automaticamente un deficiente. Stallone prende Ken Loach e se lo mangia a colazione, per non parlare dei Coen o... che ne so... di Antonioni!

Quindi è solidarietà da spogliatoio?
No, è libertà di giudizio.

Ti senti un libero incompreso in mezzo a masse di ottusi?
Secondo voi il tanto osannato Tullio Giordana come li avrebbe diretti i Transformers?

A noi Tullio Giordana non piace
Vabbè, parlavo in generale.

Pensi che Michael Bay sia un bodybuilder? O parli di cinema muscolare in generale?
Un bodybuilder no (è troppo secco), ma un bell'uomo che si gode la vita sì. Poi per me non è questione di cinema d'azione o muscolare: è questione che il cinema è azione!

Dollari, macchine e donne?
Vabbè, ma quelli sono stereotipi per poter comunicare più direttamente col pubblico.

Vivi coi tuoi?
Sì.

Lo trovi un limite per la tua libertà e per goderti la vita?
Certo, ma se non mi mantenesse mio padre, una vita nemmeno l'avrei!

A che età hai perso la verginita'?
Tardi, troppo tardi: 19 anni. Però poi mi sono rifatto.

Non ne dubitiamo. Hai successo con le donne?
Abbastanza.

Cioè? In questi tuoi quattro-cinque anni di attività sessuale quante ne hai avute a occhio e croce?
Posso dire sempre con la stessa? Sono all'antica, lo so. Il fatto è che proprio non sento il bisogno di altre donne.

E per “successo con le donne” che intendi? Che ti lanciano sguardi d'intesa mentre passeggi a Villa Torlonia?
Vabbè, prima dei 20 anni uno mica è eunuco?! E poi mi potrebbe leggere la mia ragazza, insomma.

Ci stai dicendo che la tradisci? o cerchi di uscirtene con l'aria da bullo?
Certo che non la tradisco!

Ok, quindi bullo, diciamo.
Ciò non vuol dire che però le altre ragazze non ci provino con me.

Ok, ok, ci crediamo.
Vi devo menare?

Guarda, abbiamo assunto un culturista molto muscoloso proprio prima dell'intervista, fossi in te starei attento. Hai votato alle ultime politiche?
PD, ma me ne pento.

Perchè?
Perché pensavo che Veltroni fosse molto più abile

Cioè pensavi che potesse vincere?
E soprattutto perché è come se avessi votato la Connection. "Non è un paese per vecchi è un capolavoro, ma anche no".

Tornando indietro che voteresti?
Potessi rivotare, voterei Di Pietro. Sapete perché mi pento veramente?

Dicci.
Perché ho fatto come i tipici borghesi di sinistra, che pensano a destra ma votano a sinistra per sentirsi a posto con la coscienza.

Ti ritieni di destra, come idee?
E chi non lo è? Di certo sono più a destra che a sinistra ma ho sempre votato a sinistra

Sei contento sotto sotto che ha vinto Alemanno a Roma?
Fosse stato un politico abile ed esperto, sì. Anche se sembra aver iniziato bene.

Con la via ad Almirante?
Ma chi se ne frega delle vie, sinceramente. Se Roma diventasse più vivibile (impossibile), potrebbe dedicare una via anche a Satana, per quanto mi riguarda.

Dicci qualcosa su UnoDiPassaggio
Talento letterario ma non lo leggo più.

Souffle
'azz. Fissato.

Kekkoz
Il nuovo Mereghetti. Non so se è un complimento.

Para & Chimy.
Para e Chimy sono due geni! Specialmente Para. La migliore coppia dai tempi di Stan Laurel e Oliver Hardy! Comunque, non li leggo.

Miss Vengeance
Una Violetta Bellocchio in erba.

Violetta Bellocchio
Una Irene Bignardi in erba

Rob the Critic
Ha studiato al DAMS.

Cinemasema
Bo'. Posso tornare a Souffle? Voglio citare il grande Murda a proposito di un commento di Souffle su Il divo: "è inaccettabile perchè non ci sono omosessuali?". Riassume tutto: se lo critichi, critichi tutti gli omosessuali.

Honeyboy
Giovane e bravo, ha enormi potenzialità ma deve imparare a essere meno aneddotico e più coraggioso quando c'è da prendere posizione.

Trino
Non lo leggo più, né mi ricordo com'era.

Tre cineblogs che leggi sempre
Due e basta: Honeyboy e Ohdaesu (ma non perché parla di cinema). Gli altri li leggo per incazzarmi.

Ti piace incazzarti?
No, perché mi fa male, but it keeps me alive. Perché mi ricorda che ho ragione.

E ti fa pompare di piu' in palestra, di’ la verità.
No, per poter pompare di più in palestra serve il testosterone, e quindi un po' di porno.

Hai mai visto più di un minuto di un porno gay?
Più di un minuto no, ma mi è capitato per sbaglio di vederne qualche thumbnail.

Ti sei fermato in tempo tu o si è finito il video?
In tempo, in tempo.

I tuoi tre film dell'isola deserta.
Dipende. Se sull'isola ci sono finito da solo, allora direi: Chemistry 4: The orgy edition di Tristan Taormino, Naked housewives di Chuck Lords e Stalker... di Eli Cross. Se invece fossi in buona compagnia, pensate che mi metterei a guardare un film?

I tre libri.
I libretti dei dvd di cui sopra valgono? Altrimenti mi porterei un libro solo: L'uomo che cade di DeLillo. Ma se mi permettete, vi correggo: la domanda dovrebbe essere “E i tre serial televisivi?”. Questi sì che sono i veri successori della letteratura: allora mi porterei Dr. House, Dexter e, sulla fiducia, il venturo Fringe di J. J. Abrams, Alex Kurtzman e Roberto Orci: dei veri geni.

Il tuo ultimo concerto.
I Sunny boys al Geronimo's Pub di Marino, una cover band dei Beach boys. L'ultimo concerto “ufficiale” è stato quello dei Dream Theater al PalaLottomatica: pessima acustica e pessimo James LaBrie o James LaLagna, come lo chiama il grande Richard Benson... è vero, ecco qual è stato il mio ultimo concerto: quello di Richard Benson all'Alpheus! Non sono nemmeno entrato, si sono messi a tirare frutta, verdura, uova e teste di porco addosso all'entrata e alla fine è arrivata la polizia.

Ci hai detto che ti piace il confronto, ma tutti ricordano quando hai cancellato il thread con il battibecco tra te e Alessandro Baratti degli Spietati. Non ti sembra una ritirata sleale e un po' codarda?
Innanzitutto ho detto che mi piace il “confronto che porta a qualcosa”. E quello con Baratti non ha portato a niente, se non alla pietosa scena di un accademico che tenta di difendere una sua recensione a colpi di Casetti ed Eco (avete presente quel discorso che facevo sul DAMS e sul cinema che insegnano all'università?...). Più che una ritirata sleale, gli ho fatto un piacere. E poi per la precisione, non solo ho cancellato i suoi commenti ma lo ho anche bannato dal mio blog!
E comunque mica sono l'unico che ci ha litigato, solo che gli altri generalmente si impietosiscono di fronte alle sue scenate patetiche tipo “sono un fallito”, “non ci capisco una mazza” bla bla bla. Prima regola: mai sminuire se stessi, perché si sminuisce anche il lettore (se chi scrive è stupido, figurati chi legge! “Scemo chi legge”).
Inoltre mi aveva puntato da tempo perché mi ero permesso di consigliare a Honeyboy e Souffle qualche libro di vera teoria cinematografica, solo che Honeyboy e Souffle erano (il secondo lo è ancora) suoi aficionados e quindi sapete bene come va: il cliente ha sempre ragione.
Poi mi chiedo: come prendere sul serio uno che scrive per una community chiamata Gli spietati che stronca sistematicamente ogni film di Eastwood? Sanno cos'è una linea editoriale? Sanno cos'è il cinema? Perché stroncare Eastwood fa venire il dubbio che di cinema non è che ci capiscano molto...
E poi su, Francesco Casetti! Ma scherziamo?! “Cinema e modernità”: Fritz Lang sarebbe moderno? Su su... Vogliamo parlare di cinema della modernità? Allora dobbiamo menzionare Shyamalan, Mann, Gibson.

L'ultimo regalo che ti hanno fatto.
Uno smartphone: il Nokia N95 8gb, una vera bomba! Le email ve le scrivo con quello.

L'ultimo regalo che hai fatto.
In rainbows dei Radiohead a un mio carissimo amico.

L'ultimo spettacolo teatrale.
State scherzando, vero? Nel 2008, con L'incredibile Hulk nelle sale, stiamo ancora parlando di teatro?! Stendiamo un velo pietoso. Anche perché il cinema è legato alla tecnologia e quindi progredirà sempre, mentre il teatro dipende dall'uomo e quindi è già morto. Per non parlare della sudditanza teatrale alla percezione umana del movimento, una percezione paradossale e contraddittoria (sezioni immobili+movimento astratto=illusione di movimento). Il teatro è statico, dipende dal movimento scenico: nel cinema, anche di fronte a un profilmico immobile, il movimento può essere dato dai movimenti di macchina o dal montaggio. Il teatro può essere sperimentale, mentre il cinema lo è sempre, per sua natura.

I tuoi hobby oltre a cinema e palestra.
Sentire dischi (ne ho più di 1000, per non parlare degli mp3), suonare la mia Fender Strato (da solo o nel mio gruppo, The starlight machine: in origine un progetto glam metal a cinque elementi, ora un duo progressive), soffrire/gioire per l'A.S. Roma, guidare auto di lusso (l'ultima è stata una Ferrari F430 Spyder, ma non sono mie! Lo dico per quelli dell'Anonima Sequestri in ascolto: ho degli agganci con un noleggiatore), seguire il progresso tecnologico, appassionarmi ai serial televisivi, vestirmi bene (dovremmo fare anche un discorsetto sulla moda: l'unico mezzo per risaltare sugli altri conformandosi agli altri... anche se tutti sanno che quando una cosa va di moda, di moda non lo è più). Sì, lo so, sembro un incrocio fra Bruce Wayne (versione Michael Keaton), Tony Stark e Gregory House: ma io sono molto più grosso.

Cosa ne pensi di Kotionkin?
Che siete bravi e simpatici, e il progetto è interessante, ma di cinema sembrate capirci quanto quelli della Connection. Anche perché non ho ancora capito se l'ultimo di Shyamalan vi è piaciuto e perché. L'ultimo di Shyamalan che, per inciso, è un capolavoro assoluto. Secondo te chi c'è dietro Kotionkin?Quando Delirio mi avvertì del vostro blog, pensai subito al grande Ciaruffoli: anche se dopo avervi letto, risulta chiaro come la luce del sole che non potete essere lui. Ecco, vi do un consiglio, se mi permettete: leggetevi gli articoli di Ciaruffoli sui Duellanti quando recensiva i cineblog, là sì che c'era da divertirsi. Comunque ho la sensazione di conoscervi... anche personalmente.

Sei felice?
Avete sbagliato persona: mi chiamo Fabrizio, non Felice.

natalie ha visto per voi: e venne il giorno

L'altro giorno un amico mi ha detto di aver perso ogni speranza in una relazione felice. Il mio amico - Alan - è gay e sono anni che, in effetti, è sempre giù per qualche relazione impossibile. Alan crede all'I-Ching così abbiamo fatto insieme l'I-Ching dopo cena ed è uscito l'esagramma chiamato Wu Wang. Alan mi ha spiegato che Wu Wang vuol dire che bisogna essere risoluti nel puntare alla giusta meta. Io gli ho detto che però noi volevamo sapere quale fosse la giusta meta. Lui mi ha detto che l'I-Ching funziona così. Io ero un po' delusa.

Madame Wiazemsky mi ha detto che noi sappiamo sempre quale sia la giusta meta, basta guardare serenamente dentro se stessi. Alan dice che sono st****ate.

Sono molto preoccupata per Alan. E' un ragazzo davvero speciale ma forse è davvero lui che scombina sempre le sue relazioni. Non so. Madame Wiazemsky non lo vuole aiutare perchè dice che è colpa dei gay se lei è ancora zitella a cinquant'anni. Io non sono d'accordo.

Ho portato Alan a vedere questo film, The Happening, per distrarlo. Così posso scrivere la mia critica per quel blog italiano scritto da gente simpatica. Uno di loro, tra l'altro, ha un modo molto sexy di parlare in inglese.
The Happening è uno di quei film in cui c'è una catastrofe e tutti scappano. La catastrofe è che la gente si uccide. C'è Mark Wahlberg che fa delle facce assurde, tutte piene di stupore e di paura. Fa tantissime facce diverse, ma tutte strane e tutte piene di stupore e di paura. Qualcuno si metteva a ridere, ma si tratta di gente superficiale. Infatti, Mark fa quelle facce perchè la gente si uccide e si uccide in modi strani. La gente superficiale pensa che quelle facce assurde erano una cosa da ridere e che la cosa seria era l'ecologia. Ma io non sono d'accordo. L'ecologia è una catastrofe, vero, ma non si ferma così di botto. Mentre in The Happening, l'ecologia si ferma di botto e prima il vento è velenoso e poi subito non lo è più. Mark smette di fare le facce assurde e il vento smette di essere velenoso.

Secondo me il film voleva dire che bisogna rilassarsi e smettere di fare quelle facce contratte e assurde che poi la gente pensa che sei un matto. Prendere le cose alla leggera, non come la vecchia pazza che dà gli schiaffi ai bambini e urla. Ma neppure come gli ecologisti, che parlano alle piante e poi ammazzano i vitelli per farsi gli hot dog. Ma come Mark Wahlberg, che capisce che fare facce tutte contratte e assurde non porta a niente, mentre fare facce serene e camminare piano in mezzo ai campi fa smettere al vento di essere velenoso.

29.6.08

nuvole/2



[Andreotti: Il Divo secondo Honeyboy]

23.6.08

the comedian: la vera storia di ohdaesu/2

Il cielo grigio e umido vegliava sornione sulla mia discesa agli Inferi.
E gli Inferi avevano nomi e cognomi. O meglio: ridicoli nickname.
Vedevo volti di cinebloggers sui corpi della gente che s'affrettava dentro e fuori i teatri di Peacock Lane. Sui manifesti pubblicitari del nuovo complesso residenziale "Paradise City". Nelle cicche di Camel abbandonate dentro la mia Buick. Nelle facce della gente chiusa dentro le loro macchine. Uomini, donne, bambini, vecchi. Mi sembrava di conoscere tutti. Facce storpiate da smorfie strambe.
Cinebloggers.
Mi avevano cercato fin dentro quella fogna di sottomondo improbabile in cui provavo a sopravvivere.
E mi avevano trovato.
Cosa potevano volere da me, dopo tutto quel tempo?
Parcheggiai la macchina sotto l'insegna ronzante del Joe's Bar e lanciai un pugno di noccioline a Rose, la scimmia ammaestrata che stava quieta sul sedile posteriore.
"Puoi accendere la radio, se ti annoi", dissi a Rose chiudendo la portiera.
Dentro la bettola di Joe faceva il solito caldo.
"Il condizionatore è ancora rotto", borbottò il vecchio Jeremy notando la mia fronte sudata.
"Fallirete nel giro di una settimana se non vi date una mossa", commentai io accendendomi una sigaretta e prendendo posto al bancone.
Joe mi servì un bicchiere di Old Forrester prima ancora che glielo chiedessi.
Poi, con un cenno zitto della testa, mi indicò qualcuno a un tavolo.
Mi girai molto lentamente.
Era Tommy la Tartaruga.
"Sei sudato da fare schifo" dissi a Tommy sedendomi al suo tavolo.
Lui tirò fuori le sue solite buste spiegazzate e macchiate di caffè nero e brandy da due soldi.
"Fe-fe-fe Fe-fe-fe Fe-fe-ferguson" disse con qualche sforzo.
Io mi rilassai.
Potevano volerci secoli prima che Tommy riuscisse a finire una frase.
Mi scolai quattro Old Forrester.
Tommy aveva beccato il vecchio Ferguson con le mani nel sacco. Adesso la sua velenosa mogliettina avrebbe avuto il divorzio che voleva, avrebbe soffiato il negozio di scarpe al povero Fergie e avrebbe pagato il mio affitto.
Le foto erano un vero capolavoro. La signora Ferguson aveva ragione: suo marito Harry insegnava le parolacce al loro pappagallo. In una foto, Ferguson leggeva un giornaletto porno davanti alla gabbia del pennuto.
"Gran lavoro Tommy" gli dissi allungandogli la sua parte.
"Gra-gra Gra-grazie" disse Tommy tirando fuori un enorme fazzoletto colorato dal taschino e asciugandosi la pelata e i baffetti.
La Tartaruga era un mago dei pedinamenti e delle fotografie.
"Hai visto Frankie Greedy, oggi?"
La Tartaruga fece di no con la testa, mentre si sforzava di arrestare i torrenti di sudore che gli scendevano giù ovunque.
Andai in bagno. Quel caldo e quei pensieri mi stremavano.
Da sotto la porta del bagno vidi delle gambe di donna attraversare sicure la latrina del bar di Joe e fermarsi davanti al mio cesso. Conoscevo troppo bene quelle gambe.
Mi tirai su e aprii la porta con finta noncuranza.
Kelly stava ritta davanti a me con un misto di stupore e sarcasmo sul volto ed entrambe le mani sui fianchi.
"Sei bellissima, tesoro", le dissi scansandola e andando a lavarmi le mani.
"Detective", disse lei, "questo è il bagno delle donne".
La guardai dallo specchio macchiato che era appeso sopra ai lavandini.
"E che donne", le risposi ammiccando.
Lei sgranò gli occhi.
"E hai delle mutandine di pizzo nero che ti escono su dai pantaloni", disse.
Mi girai, mi rimisi il cappello e mi accesi una sigaretta.
"Sono successe delle cose strane, tesoro". Soffiai una nuvola aspra di fumo. "Hai visto Frankie in giro?"
"Frankie è sposato, Detective" disse lei con un ghigno, mentre andava via. "Ma forse con quella lingerie potrebbe farci un pensierino".
Io le afferrai svelto un braccio, mentre con l'altro aveva già aperto la porta del bagno.
Si voltò verso di me, lasciando che la sua chioma rossa ondeggiasse quieta, dolce e arrogante, sulle sue spalle.
"Ti avrei chiamata uno di questi giorni" dissi.
Lei trattenne una risata acida.
"Quel tipo di cui mi avevi parlato, il tizio con la benda sull'occhio", mi disse.
Le lasciai andare il braccio.
"Jerry l'Orbo", aggiunse, "pare che non lavori per nessuno. E' un killer freelance"
Jerry. Lui doveva sapere qualcosa su quel che stava succedendo.
I Cinebloggers mi avevano trovato. Io dovevo scovare loro prima che fosse troppo tardi.
"Ottimo lavoro", le dissi.
Lei mi guardò con quel suo sguardo irresistibile.
"Allora?" disse.
Io rimasi in silenzio, fumando.
Lei mi tolse la sigaretta tra le dita, diede una boccata, poi la gettò nel lavandino.
Uno sfrigolio.
"Sono stanca di voi uomini", disse. "Siete buoni solo ad aprire le birre con l'accendino".
E andò via.
Guardai la sigaretta che s'impregnava d'acqua.
Dovevo parlare con JerryGarcia prima di quel dannato convegno.

21.6.08

il confessionale: gokachu

Gokachu, Ohdaesu ci capisce qualcosa di cinema?
Vabbe', questa domanda la fate perché sapete già la risposta. Che è no.


Perchè no?

Ohdaesu secondo me è finito in mezzo ai cinebloggers per caso. Si è ritrovato ad apprezzare Park Chan-wook proprio nel momento in cui in Italia lo si scopriva. Si è confuso così con gli altri estimatori, ma in realtà credo sia tutto frutto di una coincidenza. Purtroppo per lui e suo malgrado si è ritrovato in una nicchia asfittica a parlare di film di cui a nessuno interessa niente. Lui scrive benissimo ed è estremamente creativo: dovrebbe stare insieme alle blogstar felici che cazzeggiano di Sanremo e poi pubblicano un libro. Però non ha una sensibilità particolare riguardo al cinema, e sbaglia quasi sempre nei giudizi di valore - tranne quando parla di David Lynch.


Tre blogger che ci capiscono e tre che non ci capiscono un cazzo.

Non penserete sul serio che io legga SEI blog di cinema? Preferisco ascoltare musica, guardare immagini, al limite vedere dei film.


I tuoi tre film dell'isola deserta.

Su un isola deserta mi porterei di tutto tranne dei film. Se dovessi dire i tre film che mi son piaciuti di più in tutta la storia del cinema darei una risposta un po' banale; preferisco dire tre film che molto pubblico probabilmente non ha visto e che dovrebbe assolutamente vedere: Santa Sangre, Satantango, Tetsuo.


I tre libri.

Qui posso essere banale senza patemi: I quarantanove racconti, Viaggio al termine della notte, L'Orlando Furioso.


Il libro che stai leggendo.
Io non leggo. Ho smesso. Non son capace di concentrarmi per più di quattro secondi netti di fila. Comunque ultimamente ho piantato a metà il Don Chisciotte e leggiucchio qualche favola da Fiabe italiane di Calvino. Sto anche studiando rumeno su un libro ma non so se vale come "libro".


Il disco più longevo sul tuo lettore mp3.

Chi lo sa, forse Dummy dei Portishead, o Fear of Four dei Lamb. Vorrei che last.fm fosse esistito da sempre per saperlo. I dischi che ho ascoltato di più negli ultimi mesi però li so: sono stati Canzoni da spiaggia deturpata di Le luci della centrale elettrica, Non Muntër degli Stervhïa e Il manuale del cantautore di Flavio Giurato.


Cosa cerchi in un blog in generale?
Ultimamente, immagini.

E in un cineblog?
Una visione di cinema netta e radicale, non necessariamente vicina alla mia. Oppure la rivelazione e la scoperta di cose interessanti che non conosco. Entrambe le cose sono rare. E direi che è fondamentale anche la qualità della scrittura.


Quale dovrebbe essere lo scopo di un cineblogger?

Ripeto un concetto che ho tritato e ritritato: un cineblogger, come anche un critico, è un cineasta e fa cinema. Scopo di un cineblogger, che non ha la possibilità di girare direttamente un film, è incoraggiare i film che vanno nella direzione artistica che a lui sembra giusta, diffondendoli, portandogli pubblico e cercando di produrgli spazio, e di punire e scoraggiare i film che vanno nella direzione sbagliata. Quel che sono la direzione giusta e quella sbagliata dipendono dalla poetica del cineblogger. Insomma il cineblogger è, o dovrebbe essere, un artista. Il che non è un complimento: il mondo è pieno di pessimi artisti e di pessimi cineblogger.


Qual era il tuo.

Sono nato come cineblogger in un'epoca oscura in cui in certe parti del mondo si faceva del cinema meraviglioso che in Italia non arrivava e che in Italia nessuno aveva sentito nominare. Cose come Kim Ki-duk, Takashi Miike, Johnny To, Kyoshi Kurosawa. Era anche un periodo straordinario per tutto il cinema coreano. Adesso viviamo in un'epoca oscura in cui quel cinema un po' in Italia arriva ma ha in gran parte perso la sua spinta propulsiva (il caso di Kim Ki-duk è emblematico). Al momento direi che la cinematografia migliore del mondo è quella americana, e non c'è bisogno di me per scoprirla.

Sei innamorato?
No comment.

E' più morale la donna che tradisce o l'uomo che abbandona?
Sicuramente l'uomo che abbandona.


Cosa hai votato alle ultime politiche?
Non ho votato. Per pigrizia e non per scelta: avrei votato Sinistra Arcobaleno col naso turato, la mascherina antigas e bestemmiando Bertinotti e la sua poltrona di presidente della Camera.

Cos'è per te il cinema politico? Qual è il modo migliore per fare politica al cinema?

Questo è il tipo di domanda che non mi pongo mai, una domanda teorica. Quando vedo del cinema politico lo riconosco come tale, ma la definizione non la cerco. Perché non serve. Il modo migliore di far politica al cinema è dire la verità. La propria, ovviamente. Il cinema altamente politico non parla di politica, parla della relazione fra le persone. Il cinema che vuole essere politico rischia il didascalismo e la propaganda.


Qualche esempio?

Mah, mi smentisco subito dicendo Alphaville.


Qualche esempio di cattivo cinema politico? Perchè?

Direi per esempio Il caimano. E' cattivo cinema politico perché è cattivo cinema.


Il tuo ultimo concerto.

Andare a vedere concerti è una delle cose che faccio più spesso, per sapere quale è stato l'ultimo devo consultare last.fm. Vediamo... Ah si, sono arrivato tardi al concerto dei Vegetable G e ho sentito solo l'ultimo pezzo.


Pensi che l'ultimo film di Lynch, Inland Empire, sia una schifezza e che un tizio mascherato da Hitler e inginocchiato per tre ore a teatro sia invece puro genio. Cos'è per te la sperimentazione?

Non credo affatto che HIM dei Fanny e Alexander sia puro genio, ne ho parlato con una certa sufficienza e se non mi sbaglio gli ho rifilato un sette. A me non interessa la sperimentazione in sé, a me interessa che l'arte mi tocchi. Constato che se usa mezzi originali, non risaputi, mi tocca con più facilità. Ma se riesce a farlo con mezzi d'antiquariato estetico, va bene lo stesso.


E perchè Lynch non ti tocca?

A me Lynch piace tantissimo, lo reputo anzi il miglior regista vivente. Sempre che sia ancora vivente, visto che INLAND EMPIRE getta una luce sinistra su questo. E' un'accozzaglia casuale di cose che il lavoro precedente del regista illumina di un senso che in realtà non c'è, e che lo spettatore può, volendo, cercare dentro di sé come davanti ad una macchia di Rorschach. Chi ha visto Mulholland Drive senza capirci un'accipicchia ma convincendosi grazie all'opinione comune che si trattava di un capolavoro, non si è reso conto che qui non c'è niente dietro la caotica messe di immagini, e ha trascurato il fatto che le immagini stesse non siano di gran qualità, che non ci siano nemmeno singole sequenze notevoli a parte il dialogo su Pomona. Insomma siamo di fronte all'abbaglio collettivo di chi confonde un tavolo dopo pranzo con un quadro di Spoerri messo di piatto.


Hai mai avuto un'erezione al cinema? Ricordi per cosa?

Certo, quando esistevano ancora i cinema porno un paio di volte ci sono andato. Non mi ricordo i titoli, spiacente.


Sei un tipo da festival? E quali?

Amo i festival teatrali e di danza ma non amo quelli di cinema. Ormai ogni film è reperibile, non capisco il motivo per cui dovrei andare a Venezia a far la coda per vedere un Ang Lee che il giorno dopo è al cinema sotto casa.
Ancora un minimo di senso lo trovo nei festival che si occupano principalemente di cinema raro e poco distribuito, come il festival di Udine. ma comunque non ci sono mai andato. Per di più ho nessuna mania feticistica del tipo "ho toccato la mano di Wenders", "c'era Benicio del Toro seduto davanti a me" e robetta frivola del genere. Una volta però nella calca sono stato costretto a schiacciarmi sulla schiena di Monicelli, e una volta c'era Greta Scacchi seduta davanti a me. Spesso vado a Europacinema e al Joe D'Amato Horror Fest, ma giusto perché son sotto casa e costano meno del cinema. In ogni caso i festival sono il posto peggiore dove vedere un film. Anche i meglio intenzionati perdono il lume della ragione, basta leggere le recensioni ubriache e completamente fuori dalla realtà che escono dalle visioni festivaliere.

I tuoi tre peggiori difetti.
Sono incostante, sono pigro, sono eccessivamente sintetico.


Il tuo migliore amico è un tipo che ha le tue passioni?

No.


E la tua ragazza o il tuo ragazzo (sempre che ci siano)?
Neanche, sempre che ci siano.


I tuoi tre migliori pregi.
Sono eccentrico, sono paziente, sono diretto.


Pensi che avere un blog sia sintomo di un qualche grosso problema della personalità?
Non saprei, ormai tutti hanno un blog, quindi direi che il concetto postapocalittico di normalità include il blog.

E avere un blog e un tumblr?

Un blog e un tumblr sono cose così diverse che mi riesce difficile pensare che uno riesca ad avere l'uno e l'altro. Il tumblr è la negazione del discorso ragionato, è ontologia pura, consiste in ciò che mostra. Non "parla di" ma "è". Un blog invece è una cosa molto più mediata, intellettuale, letteraria. Al momento sono decisamente nell'area tumblr. Nel momento in cui si può mostrare, mi sembra superfluo ragionare; nel momento in cui si può fare mi sembra una perdita di tempo pensare. Perché parlare di un film se lo si può proiettare? Il bravo proiezionista è più prezioso del bravo critico.


L'ultimo libro o dvd che hai regalato (due parole su questo)

Con questo vostro insistere sui libri dimostrate un approccio "letterario" all'arte che non posso che disprezzare. Comunque ammetto di regalarli, costano poco, sono semplici da trasportare, non si possono scaricare da internet. Uno degli ultimi credo sia stato ART NOW della Taschen.


Parlaci bene di Kekkoz.
Kekkoz è l'ultimo entusiasta di un universo cineblogghico in piena implosione. E' ancora capace di andare a cercare il cinema bello nei posti più impensati e rischiosi, e persino di trovarlo, a volte. E' soprattutto dotato di un'energia incredibile, da quando è apparso all'orizzonte: fin dall'inizio faceva paura la quantità di recensioni che era capace di pubblicare alla settimana.

Parlaci male di Kekkoz.
Kekkoz si entusiasma troppo facilmente, e questo lo porta a prendere gravi abbagli. E poi Kekkoz è un mondano. E per finire sta invadendo quest'intervista, ha troppa visibilità.


Un cineblogger che non sopporti proprio.

Non so, se non sopporto qualcuno non lo leggo, lo cancello dai feed e smette magicamente di esistere.


E le ragazze cinebloggers? Che ne pensi?
Non ne ho mai conosciuta nessuna di persona ma trovo molto sexy l'idea che una ragazza scriva di cinema. Specie se ne scrive in modo assertivo. C'è qualcosa di androgino nell'idea della donna cineblogger, e a me un po' di androginia nelle donne piace.


Sei felice?

No, sono solo molto allegro.

Scrivi per un pubblico? Sei contento quando ricevi un feedback positivo? Scrivo per un pubblico, certo. E' un pubblico immaginario, in gran parte. Per esempio mi immagino sempre che il pubblico abbia già visto il film e quindi evito di annoiarlo con la trama. Mi immagino anche che le considerazioni più superficiali se le sia fatte da solo e evito quindi di fare un discorso ampio e completo. Di solito dico un paio di cose trancianti che andrebbero inserite in un contesto che semplicemente ometto perché per me, e per il mio pubblico immaginario, è sottinteso. Son contento quando quel che scrivo apre un dibattito interessante; il feedback positivo solletica la mia vanità e la cosa è molto piacevole, ma finisce lì.

La tua più grande paura.
La disperazione rende immuni alla paura.


La storia d'amore più dolorosa della tua vita, in poche frasi.

Lui ama lei, lei non ama lui, lui soffre.

L'ultimo regalo che hai ricevuto.
Mmm, un'action figure di Naruto. Personaggio che peraltro non conosco, Naruto.

E chi ti regala una roba del genere?
Mio fratello. Vive in Cina e le action figures sono a buon prezzo.

Lui è più nerd di te oppure è il fratello socialmente vincente?
Lui è socialmente vincente. Me l'ha regalata per abbassarsi al mio livello di nerdismo.

Cosa pensi di Kotionkin?
L'idea è divertente ma i vostri post sono troppi verbosi. Riesco a leggerne una frase qui e lì al massimo. E' lo stesso meccanismo per cui non leggo romanzi: la mia capacità di mantenere la concentrazione non supera i quattro secondi. Dovreste scrivere post che si leggono in quattro secondi. Kotionkin dovrebbe assomigliare tutto all'INDICE BLOW-JONES. Infine il titolo non mi piace. Fa riferimento ad un momento atroce del cinema italiano in cui la verve antiintellettualistica bruciava il grano con la pula, e mescolava la falsa arte e il posticcio con il capolavoro vero. Non ho nessun rispetto dell'opera di Paolo Villaggio a causa del suo perdurante, menzognero, ignorante e per niente ironico attacco al lavoro di Ejzenštejn. Se chiedete a un qualsiasi italiano, anche mediamente colto, quale sia la durata de La corazzata Potemkin, vi dirà una bestialità. Di chi è la colpa? Villaggio è l'uomo che crede di desacralizzare ciò che viene santificato dalla critica ufficiale, di compiere un atto di libertà e di coraggio, e invece distrugge ciò che di buono esiste. E grazie a ciò viene, lui medesimo, santificato dalla critica ufficiale. Per me quel momento de Il secondo tragico Fantozzi è un atto di basso teppismo culturale che fa l'occhietto all'ignoranza e uccide la bellezza.

Non credi che i cineblogs più letti facciano un po' questo stesso gioco fantozziano, però impoverito da troppa autocoscienza? Cioè slogan e fandom che vorrebbero essere vitalistici ed antiintellettualistici ma che finiscono per rinunciare a un discorso critico (critico in senso generale non in senso di critica cinematografica)?

Non so precisamente di quali blog più letti parliate. Parliamo di me, che vorrei essere vitalistico e antiintellettualistico e che posso alzarmi e dire INLAND EMPIRE (o SE MI LASCI TI CANCELLO, o KING KONG) E' UNA CAGATA PAZZESCA rinunciando a un discorso critico. Credo che quel che differenzia me da Villaggio è che io INLAND EMPIRE l'ho visto, e che gli ho concesso ogni possibilità di dirmi qualcosa. Lo slogan non è il male in sé, è lo slogan ignorante che non ammetto. Tra i blog di cinema che leggo o leggiucchio l'ignoranza non la trovo; se la trovassi non sarebbero più nei miei feed.


Chi pensi ci sia dietro Kotionkin?

Francamente non me ne interesso molto; se non lo dite avrete i vostri motivi e a me la cosa non interessa. Visto che lo chiedete sparo un'ipotesi: penso che siate giornalisti incuriositi dall'incontro coi cinebloggers che si è visto a Bologna. Penso che vi siate messi a seguire il mezzo e vi siate fatti una buona cultura. Penso che potreste spendere più proficuamente il vostro tempo facendo altro: i cinebloggers sono già una nicchia asfittica e autoreferenziale, il metacineblogging è destinato ad essere qualcosa di ancora più onanistico, che ha come possibile pubblico solo i cinebloggers stessi. Fossi in voi mi darei a un passatempo migliore.


Non credi che tranne forse tre o quattro il resto dei cineblogs sia letto principalmente da cinebloggers e tutto ruoti intorno a loro più che intorno al cinema? Forse Kotionkin porta a galla questo dato decidendo di parlare direttamente di quello che i cinebloggers vogliono davvero leggere: loro stessi. Che ne pensi?
Sicuramente aprire un cineblog è un modo come un altro per parlare del proprio ombelico. E ho pochi dubbi del fatto che si tratti di un circolo autoreferenziale che se la canta e se la suona. Però un cineblog ha anche un ruolo di servizio: mettere in luce ciò che merita. Dare visibilità al cinema invisibile. Un servizio al cinema e un servizio allo spettatore che si trova proposto qualcosa su cui altrimenti forse non sarebbe inciampato.
Faccio un esempio non particolarmente calzante ma per me d'attualità: negli ultimi giorni diversi blog hanno parlato, con toni vari, di un film giapponese a basso costo che si intitola Machine Girl. Io, che ormai non guardo un film se non spinto a calci, mi sono incuriosito, ho recuperato il trailer, mi sono procurato il film e ieri ne ho visto mezzo. Il film non è granché (come pure molti dei cineblog avevano avvertito) ma ha degli elementi interessanti e son molto contento di averlo recuperato. Vi chiedo: dove avrei mai potuto trovare quest'informazione se non su un cineblog? E dove avrei potuto trovare la reiterazione dell'informazione, ovvero vedere riproposto questo stesso film da diverse fonti tanto da farmi vincere la pigrizia e da dedicargli un po' di tempo, se non attraverso i cineblog? I cineblog sono una cricca asfittica ma potenzialmente un ruolo importante ce l'hanno, anche se raramente emerge (tipicamente preferiscono riempire di lodi l'ultimo blockbuster americano, specie se girato da Peter Jackson. Parlo di quelli che leggo eh, e immagino ci siano, esistano, cineblog che parlano soprattutto di cinema italiano, di Muccino e di Ozpetek, dell'ultimo film con Margherita Buy e Silvio Orlando, e ne parlino pure bene). Invece il campo di Kotionkin mi sembra non andare oltre al puro intrattenimento, a meno che non cerchiate tra l'altro anche di scovare cineblog nascosti che meritino di essere portati alla luce, o che con le vostre critiche vi proponiate seriamente di influenzare il rapporto dei cineblogger con la scrittura o con il cinema, insomma che abbiate uno scopo. Comunque son fatti vostri e siete liberissimi di non averlo, uno scopo "serio". Non c'è niente di male dell'essere parte di una cricca asfittica e autoreferenziale e per di più di esserlo senza alcuno scopo particolare se non quello di divertirsi e far divertire.

L'ultimo regalo che hai fatto.
Un abbonamento a last.fm

Spero non a te stesso.
No, quello lo considererei un atto dovuto.

E a chi?
A un'amica.

Ti è piaciuto l'ultimo Shyamalan?
A voi?

A noi sì.
Francamente non capisco il furore critico contro questo film. A me è sembrato un onesto film di mostri con alcuni momenti da B-movie. I suicidi a me son poi piaciuti molto, mi ha ricordato molto sia Suicide Club sia l'ultimo Tsukamoto, come si chiama. Non è al livello di Bright Future ma l'idea è la stessa. Più didascalico e più B-movie, comunque piacevole e poco impegnativo.

La tua più grande aspirazione nella vita.
Dunque, direi che ormai sono approdato alla misera aspirazione dell'edonismo sereno e imperturbato. Alla Epicuro e alla Voltaire di Candide
.

20.6.08

nuvole/1



[Twit-Art: gli ultimi 30 giorni del twitter di Kekkoz, Kotionkin 2008]

19.6.08

la penna rossa: e venne il giorno

[il nostro Maestrino recensisce le recensioni dei cinebloggers. con la penna rossa in mano]

Shyamalan non fa impazzire il mondo. Forse, un tempo, l'indiano era abbastanza cool da poter sperare in qualche palletta omaggio in ossequio all'etichetta hipster, ma adesso l'hanno abbandonato tutti. Il tomatometer dice tutto: 84% per il Sesto Senso, 68% per Unbreakable (che rimane il suo film migliore), poco di più (ma non molto: 72%) per Signs, poi l'imbarazzante tracollo: 43% per The Village, 24% per Lady in the Water e 20% per questo disgraziatissimo The Happening.

E come dar torto alla comunità cinecritica americana? Tutte queste fantasticherie hanno stufato. Vogliamo da Shyamalan un bel film sulla famiglia disfunzionale americana. Purtroppo indovineremmo la fine: il figlio di tua sorella in realtà è tua nonna.

Ma veniamo ai nostri amici cinebloggers che hanno pronunciato il loro pallettosi giudizi su The Happening.

Honeyboy - 4 pallette
A Honeyboy piace la Pepsi.E alle medie (cioè non troppo tempo fa) tifava per il tizio biondo degli 883. Honeyboy preferisce il disco 2 di In Rainbows a quello che si comprava con l'offerta libera. Nico ai Velvet Underground. Stanlio a Ollio. Ciccio a Franco. Cochi a Renato. I Jicks a Stephen Malkmus. I Bad Seeds a Nick Cave. Romina ad Albano. The Crimson Permanent Assurance a The Meaning of Life. The Darjeeling Limited a Hotel Chevalier. Robe così.

Lui non ha neppure bisogno di aspettare che gli altri si mettano a criticare un film. Lo si capisce subito, come si capiva subito che quello che zompava felice mimando la rosa dei venti accanto al coglione che cantava Nord Sud Ovest Est era il cavallo su cui puntare. James Gray è il più grande cineasta del momento. Il Petroliere è così così. L'ultimo film di Coppola non è stato scritto da una prostituta romena tredicenne strafatta di MDMA e scappata da un circo di Bucarest dove era solita confidare tutti i suoi problemi di adolescente malinconica a una scimmia zoppa esclusa dal popolare e spassoso numero della danza delle scimmie saltellanti attorno all'albero di banane, ma è un capolavoro. Ovviamente, E venne il giorno è un "un film importante che cerca di scovare, con una riflessione profondissima, un posto nel mondo entro cui riuscire a collocare l'uomo". Questo posto, però, non sembra essere la sala dove danno il film, o almeno l'uomo spera che non sia quello.

Che a Honeyboy doveva piacere lo si sapeva. Ma cosa cacchio è quel post striminzito, di solo una paginetta una paginetta e mezzo, senza sottoparagrafi, senza note in calce e senza manco una dozzina di righe (magari quelle pronunciate da Lacan disteso sul sedile posteriore della macchina con cui suo cugino, terrorizzato, nel 1961, riportava a casa la ragazza del proprio migliore amico, totalmente ubriaca, dopo avergli ciucciato un capezzolo) sulla torsione del filmico nello spazio extradiegetico della iper-compensazione a-casuale? Siamo stupiti e, dobbiamo confessare, quasi acousmatizzati dalla sorpresa.

Voto: D



Ale55andra - 3 pallette e mezza
L'"analisi personale" (cit.) di Ale55andra (nome assai poco acousmatico, in verità) si svolge intorno a una serie di domande cruciali: "Che cos’è un film di Shyamalan senza il proverbiale finale shyamalano?", poi: "Cosa ci offre dunque E venne il giorno, oltre alla solita maestra del regista capace di farci sussultare e lasciarci col fiato sospeso?" e poi ancora: "Si tratta di tossine rilasciate da terroristi che vogliono liberarsi più facilmente dei propri nemici?" e ancora: "O dietro c’è lo zampino del governo che sta utilizzando la suddetta tossina per evitare ai terroristi di utilizzare armi nucleari? O la stazione nucleare, che si trova proprio nell’aera colpita da questa sciagura, sta subendo delle perdite?". Ma soprattutto: "Cosa si può fare per combattere una forza più forte di noi che sta cercando di vendicarsi dei torti subiti? Questa è la domanda principale che ci si pone a fine visione". Eccola, finalmente, la domanda principale. "Ma" aggiunge Ale55andra "non è l'unica" (e questo l'avevamo subodorato). Gira e rigira, però, anche per Ale55andra il cruccio principale di Shyamalan è "riflettere sull’impossibilità e l’incapacità dell’uomo di trovare “un posto dove stare”, un luogo nel quale ritrovare sé stessi e la propria vera natura".

Poste tutte queste domande, il film dà le sue risposte che valgono ben tre pallette e mezza: "E venne il giorno è proprio questo, è il susseguirsi di alcuni fenomeni “soprannaturali”, dove con questo termine si intende qualcosa che va ben al di là dell’umana comprensione, qualcosa la cui forza dirompente è capace di minare qualsiasi certezza". Oh, eccoci: il soprannaturale è qualcosa che va al di là dell'umana comprensione. Questo volevamo sapere.

Però, Ale55andra, vorremmo sapere anche se hai le risposte alle altre domande cruciali sollevate da Shyamalan lungo la sua articolata carriera. Scrivici se hai tempo: 1) i morti non si cambiano mai la camicia oppure Bruce Willis c'ha ancora il buco perchè il sarto non si è fidato di farlo pagare con la carta di credito? 2) Tutte le donne tagliate a metà parlano ancora o solo le mogli dei preti e di Mel Gibson? 3) Inventarsi una pantomima ridicola assieme a tutto il vicinato per trombarti una minorenne mezza ritardata ma incredibilmente gnocca senza neppure riuscirci fa di te un sfigato penoso oltre che un criminale pervertito? 4) La M puntata in M. Night Shyamalan per cosa cacchio sta?

Voto: C-


Bonekamp - Tre pallette e mezzo
"Come al solito dunque, Shyamalan affascinerà chi lo ama e scontenterà chi già lo avversa, senza creare particolari scossoni tra le due fazioni di cinefile". Bonekamp, quantomeno, ci dice una cosa interessante: le donne appassionate di cinema si dividono in due categorie: chi ama Shyamalan e chi lo avversa. Vergogna a tutti voi che pensavate che la categoria era una sola. Quella delle nerd.

Voto: B


Chimy- Tre pallette e mezza (in realtà le pallette sono di Para ma noi facciamo sempre confusione).
Oh, ecco. Chimy soddisfa i nostri due desideri più importanti in relazione a Syamalan. Innanzitutto chiama Shyamalan come ha voluto sua mamma (sua di Shyamalan), senza misteriose iniziali puntate: "Forse è proprio questo uno dei temi fondamentali di E venne il giorno, ultimo importantissimo film di Manoj Night Shyamalan". Oh! Basta con sti anonimati fastidiosi. Vogliamo i nomi per intero! Anche IMDB scrive M. Night nel titolone? Pusillanimi. Noi siamo per la trasparenza a tutti i costi. Ma quale sarebbe questo tema fondamentale di cui parla Chimy? Ecco soddisfatto il nostro secondo desiderio: "Carl Gustav Jung chiamava questi suoni naturali degli “archetipi simbolici”; che ci evocano, ancor oggi, delle sensazioni che sembravano perdute da secoli. [...]Seguendo Jung, prima di questo [il suicidio, ndR], vi è una regressione, simboleggiata dal camminare all’indietro, verso uno stadio ancestrale dell’essere." Non sarà cool come Lacan, ma avercene di psicanalisti come Jung. Honeyboy, beccati questa.

Voto: B+



GParker - Una palletta e mezza
"Peggio di Signs, peggio di The Village e peggio di Lady In The Water". Oh, finalmente qualcuno che sbatte il pugno sul tavolo. Mettiamo nero su bianco le cose, che diamine. Certo, bisogna pure comprenderlo, Shyamalan, il soprannaturale mica è così vasto come si pensa. I fantasmi li ha già fatti e vabbè. I preti e le suore? Fatti. Gli alieni? Fatti. Il mostro della foresta? Fatto. La sirena? Fatta. Elfi, fate, personaggi fiabeschi che fanno una pantomima? Fatti. Capacità medianiche? Fatte. Insomma, mica uno può ritirare fuori Dracula e l'Uomo Lupo, sono troppo out-of-date. Certo, un po' più vispi della tossina del gelsomino.

Voto: C+



Ohdaesu - Una palletta e mezza
Maddai, tutto sto casino e poi una palletta e mezza? Cioè, dico, e mezza?? Se voglio sentire uno che sbraita di pancia e alla cieca su una cosa che gli ha fatto girare davvero le palle, qui si fan due cose: o si aspetta che a Ohdaesu girino davvero le palle, oppure, nell'attesa, si nomina Lapo Elkann al tipo del terzo piano che sta sempre in canotta anche a Gennaio. Lo si lascia cadere in una discussione, così, plof, con nonchalance, lapoelkann. Tipo oggi Lapo Elkann ha dichiarato "Il Governo può fare molto per l'Italia". Non mi sono neppure dovuto inventare un pretesto. Mi ha citofonato direttamente, l'appassionato vicino di casa. Però, lui, mica concede nulla. Non finisce mica la sfuriata e poi dice che, per carità, lui rispetta le scelte sessuali di ciascuno. Se si vuole ragionare è un conto, ma se si vogliono gli insulti, cacchio, una palletta e mezza, non c'è più gusto.

Voto: D

18.6.08

casa kekkoz/4

"Dimmi qualcosa di lesbico"
Silenzio.
Non tolgo gli occhi dallo specchio.
Forse dovrei portarmi i capelli più su.
"Dimmi qualcosa di lesbico", mormoro di nuovo al mio riflesso.
Bussano alla porta. Guardo l'ora.
Sono nervoso e confuso.
Mi esamino per l'ultima volta. Spero di non arrossire.
Alla porta c'è Lui.
"Ehi" mormora Inkiostro con aria imbarazzata e affranta.
"Ho saputo" continua senza trovare il coraggio di guardarmi negli occhi "che hai chiuso il Twitter".
Abbasso lo sguardo. Lo faccio entrare.
"Stai bene?" mi chiede preoccupato.
Mi guarda come si guarda un malato terminale.
Ho chiuso il twitter.
"Entra" gli sussurro "Non so come ringraziarti per essere passato"
"Perchè parli a bassa voce?"
"Ssst". Mi porto un dito sulle labbra.
Inkiostro mi fissa preoccupato.
Mi guardo intorno.
"Dobbiamo essere cauti" gli dico. "Sta succedendo qualcosa di molto strano".
Inkiostro dà un'occhiata alla casa.
Io seguo in silenzio il suo sguardo col mio.
Alzo le soppracciglia come per chiedergli se ha sentito qualche rumore strano.
Lui continua a fissarmi preoccupato.
"Comincia tutto con un sogno" sussurro.
Gli racconto il sogno dell'altra notte.
La suora dagli occhi azzurri. Il file della Sesta Stagione di Lost.
"Non esiste" dice Inkiostro sorridendo.
Gli faccio di nuovo segno di parlare piano.
"Ma che ti prende?" mi chiede.
"E' tutto collegato" sussurro io. "La suora. Kotionkin"
"Kotionkin?"
Lo fermo con un dito.
Vado a guardare dalla finestra.
C'è un tizio strano con un impermeabile.
"Spiano i cinebloggers" sussurro "Spiano i miei sogni"
"Kekkoz, capisco che sei sconvolto. Hai chiuso il Twitter, diosanto!".
Lui ancora non si rende conto.
Mi avvicino a lui.
Gli do il bigliettino caduto dalla borsa di Lei, in pizzeria.
Lo legge.
"L'altra notte hai dimenticato di prendere il file. Tutto è possibile".
Mi guarda.
Squilla il telefono e saltiamo entrambi dalla paura.
Mi gela la schiena.
Rispondo.
"Ehi, lui fa apparecchiare la tavola sopra il baule con dentro il morto. Che film è? Che film è?"
Riattacco.
Inkiostro mi guarda.
"Maledetto Bernabò e i suoi cazzo di quiz", dico, mordendomi le labbra. "Mi ha fatto prendere un colpo".
Inkiostro stava ancora rileggendo il bigliettino.
Poi mi guarda.
"Devi venire con me. Devi aiutarmi" gli dico in sussurro implorante.
"Io cosa c'entro?" dice lui. "Non sono un cineblogger! Cosa c'entro con questa storia?"
"Non posso fidarmi di nessuno" sussurro io con lo sguardo spiritato. "Non posso fidarmi di nessun cineblogger. Siamo tutti contro tutti, adesso"
"Ma io" balbetta Inkiostro "ho mille cose da fare... Devo ascoltare il disco dei Mummy, may I become a rebel please? Pitchfork gli dà 8.9!"
"Tu sei il Guru di tutti noi" dico tremando "tu... tu hai... " sento la testa che mi gira, la bocca mi si secca "mi... mi... mille accessi al giorno!".
Mi siedo.
Lui mi guarda.
"Ma c'è un sacco di musica indie... escono sedici dischi al giorno... se vengo con te..."
Abbasso gli occhi a terra. Mi sento tradito.
"Ok" dice lui alla fine "che dobbiamo fare?"
Sentiamo dei passi sul pianerottolo. Si fermano davanti alla mia porta.
Ci guardiamo.
"Chi può essere?" dico io "Per caso hai detto a qualcuno che..."
Lui arrossisce.
Mi mostra il suo iphone craccato. C'è l'home page del suo Twitter:
"inkiostro va a casa di @kekkoz, Ripa di Porta Ticinese 500, secondo piano, per un incontro segretissimo".
Lo guardo.
Bussano alla porta.
Deglutisco.
Bisogna decidere, subito, che fare.


(4- continua)

16.6.08

Bentornati su Kotionkin

Cari amici lettori, benvenuti alla seconda settimana di Kotionkin.

C'è chi storce il naso.

C'è chi si infastidisce e chi, invece, ci vorrebbe più cattivi.

C'è chi svolge indagini sul nostro conto.

Noi, soprattutto, speriamo che ci seguiate e vi divertiate.


Innanzitutto, un grazie a tutti i lettori e commentatori. E un grazie affettuoso ai cinebloggers che ci hanno linkato e che hanno parlato di noi.

Giusto un paio di precisazioni tra le decine che i nostri redattori, autori e assistenti hanno chiesto a gran voce di fare in relazione al gossip, ai commenti, ai giudizi fatti dalla cineblogosfera sul conto di Kotionkin.

Primo. Ci sono stati vari giudizi negativi sul terzo episodio di Casa Kekkoz (la cena tra D., Kekkoz, Valido e Violetta). Ermetico, incomprensibile, etc. L'autore-capo della nostra amatissima blogseries ha chiesto di precisare una cosa:

Capisco le reazioni sulla scarsa intellegibilità della conversazione a cena tra i personaggi coi nomi di Kekkoz, Valido e Violetta. Tuttavia, vorrei precisare che la scarsa intellegibilità era lo scopo della gag, tutta imperniata su slogan e riferimenti oscuri, quasi tutti americani, che popolano la comunicazione tra molti cinebloggers. Non capirci nulla non vuol dire che la gag è per pochi iniziati, anzi. Non capirci nulla è lo scopo della cosa, la parodia [e marcata caricatura, ndR] di un certo [minoritario, ndR] linguaggio cineblogghistico.

Secondo. Tra i vari commenti apparsi nella cineblogosfera, quelli di Souffle si sono distinti per l'analisi del linguaggio e la diagnosi sessuale. Dobbiamo dire che, a parte Natalie (che Souffle ha riconosciuto essere donna) (e comunque Natalie legge pochi cinebloggers italiani), tutti i redattori e gli autori non rientranti nella categoria di maschio, nerd ed etero sono saltati dalla sedia. Non possiamo ovviamente ospitare tutte le loro precisazioni. Tuttavia, ancora l'autore-capo di Casa Kekkoz ci tiene a rispondere a Souffle su un punto:

Souffle dice che il linguaggio di Casa Kekkoz è controllatissimo, ed è vero. Poi si stupisce però dell'uso dell'aggettivo "squisito" nell'espressione "cadavere per nulla squisito" (riferito alla zanzara uccisa dal protagonista nel secondo episodio). Vorrei precisare che l'espressione fa riferimento al "cadavre exquis" dei Surrealisti, peculiare composizione "a più mani" che strizza l'occhio ai meccanismi che stanno dietro a Kotionkin.

Soddisfatto l'ego degli autori, passiamo alle cose che vi interessano di più. O almeno lo speriamo. Vale a dire, i nuovi contenuti di Kotionkin.

Cambio della guardia nel nostro Indice Blow Jones: Sale Iosif e scende Trino.

Casa Kekkoz è arrivato al terzo episodio, ed è già un cult per molti lettori. Occhio alle novità ed alla imprevista piega mistery delle avventure del nostro amato cineblogger!! [del personaggio immaginario col nome del nostro amato cineblogger, ndR].

Per gli amanti del noir e dell'hard boiled, arriva la vera incredibile storia di Ohdaesu (v. disclaimer per Casa Kekkoz/1, ndR). The Comedian debutta con un pilot misterioso ed appasionante che mescola alcool, atmosfere anni quaranta, sbronze colossali, bionde mozzafiato, scimmie ammaestrate, bambole gonfiabili, vagine inattese, cinebloggers e misteri emozionanti.

Natalie Portman in persona ha visto e recensito Iron Man. Nonostante la redazione tutta abbia grande stima nei giudizi di Natalie, il regolamento vuole che i giudizi ai film siano votati dai Tre Saggi. Tuttavia, per non scontentare la nostra straordinaria guest star, abbiamo usato parte del suo pezzo per il giudizio, sebbene il voto diverga dal suo. Il tutto nella Pagella di Maggio. Aggiornata!!

Volete sapere tutto su Delirio Cinefilo? Con immensa gentilezza, Delirio ha deciso di confessarsi a noi di Kotionkin! Tutto qui, nel primo episodio del Confessionale. Ed è tutto vero! No Fiction, No Parodia, No Paranoia!

Volete ancora di più da Kotionkin? Lo avrete: presto potrete scoprire i segreti della redazione di Kotionkin nella nuova fantasmagorica rubrica Inside Kotionkin! Poi: nuovi film, nuovi episodi di Casa Kekkoz alla ricerca della Sesta Stagione di Lost, nuovi episodi di The Comedian e Peeping Tom ed altre succosissime novità.

Restate sintonizzati su Kotionkin! Nutritevi di noi

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il confessionale: delirio cinefilo

Delirio, alcuni tuoi lettori dicono che nei tuoi post non si capiva un cazzo: sensazioni personalissime arzigogolate che potevano essere tutto e il contrario di tutto. Come la vedi? Cercavi di comunicare qualcosa al lettore? E cosa?
Ha ha ha! è una definizione che trovo fantastica. Sul discorso "personale/non personale" credo fortemente in una visione personale della scrittura e di tutta la comunicazione in generale. Io non comunico al lettore, o perlomeno non necessariamente in modo cosciente: traspongo ciò che ho visto in concetti metaforici. Amo scrivere così, mi diverte e ne ho bisogno e non cambierò certo perchè definito incomprensibile..d'altronde bisognerebbe scrivere sempre principalmente per se stessi. E qui ritorna la paura, il concetto di coerenza (v. sotto). Inoltre ci sono triliardi di siti/blog che spiegano i film e sicuramente in modo molto più accurato di quello che potrei fare io. Tutto può effettivamente essere il contrario di tutto. Ah, Ecco perchè allora si parlava spesso dei voti, perchè dai post non si capiva un emerito! Ha ha ha.

Ti ricordi il tuo primo film al cinema?
Non me lo ricordo assolutamente. Ho cominciato a coltivare la passione del grande schermo molto tardi.

E l'ultimo?

Gomorra di Garrone

Ti definiresti un cinefilo?

Sicuramente no. Ho poca dimestichezza con la Storia del Cinema,sia quella passata che quella moderna. Mi definirei semplicementeun osservatore. A modo mio un "reimpastatore" di immagini e mondi paralleli su carta.

Quando hai aperto il tuo cineblog?
Non mi ricordo e non ne ho tenuta traccia che io sappia, mi pare fosse l'estate del 2006.

Qual era il tuo scopo, quando hai deciso di aprire il tuo blog?
Uno scopo? No, non ne avevo. Difficilmente chi apre un blog credo si ponga uno scopo ben preciso. Il blog per me era un esercizio di riorganizzazione mentale, e sebbene non sembri assolutamente... mi è servito per maturare e conoscere/esplorare nuovi mondi sconosciuti. Scrivendo e leggendo si legge meglio e scrive meglio.

Qual era il tuo rapporto coi lettori? Ti sentivi a disagio nel doverli gestire? Ti sentivi costretto a dar loro qualcosa di preciso?
No, non mi sentivo costretto a rispondere ad un determinato e preciso immaginario. Il condizionamento c'era ma d'altro tipo e ha cominciato a prendere piede negli ultimi mesi (più che altro negli ultimi mesi ne ho acquisito piena consapevolezza) quando mi sembrava che fossi diventato completamente schiavo di uno strumento, che tutto, anche Il Cinema, un film con gli amici senza tante pretese, un film anche banalotto, tutto si riducesse alla scrittura/pubblicazione di un post, per quanto inutile. Il post inseguiva e correva parallelamente alla visione del film nella mia testa. Assurdo. Veramente assurdo. Idem il dare immediatamente ed inconsciamente un metro di valutazione al film.

Perche hai chiuso il tuo cineblog?
L'ho chiuso perché come ho detto non sopportavo quel tipo di autoinvasione personale condizionante.Capite che quando uno strumento "accessorio" ad una Passione diventa talmente innaturalmente ed apparentemente necessario più e a discapito della Passione stessa è chiaro che qualcosa non funziona, che qualcosa si è rotto. Inoltre ero stanco di essere sotto la costante cappa del "cinefilo", mi spiego, volevo scrivere d'altro e non più solo essere etichettato come un cinequalcosa. Non volevo limitarmi a una sola delle mie passioni. E sto scrivendo (anche) d'altro.

Sei un tipo socievole?
Poco. Sono un po' scorbutico e altalenante nell'umore. Vado a periodi.

Hai conosciuto della gente attraverso il blog? Gente che hai incontrato fisicamente?
Ho conosciuto blogger solo virtualmente e non mi appassionano le convention.

Leggi molti blog? E cineblog?
Leggo qualche blog "personale", qualche sito/blog di letteratura e di musica e abitualmente una decina di cinebloggers. Ma spesso, altri concorderanno, i blog che si leggono veramente si riducono molto anche all'interno di una stretta cerchia.

Qual è il tuo preferito?
Blog o cineblog? Blog (ormai chiuso) quello di Babsi Jones. Ammiro la sua capacità di parlare di sé non parlando di sé. Un po' come la famosa citazione di Burroughs che ripeto spesso.
Cineblog ne ho tre/quattro che leggo davvero sempre e con molto piacere ognuno per motivi spesso diversi fra loro.

Quale senti piu distante dalla tua sensibilità?
Più che un blog distante, sono gli stili di scrittura che mi allontanano, i compiti perfetti ed accurati.Le cose che potrei leggere ovunque o sui giornali di cinema le leggo sui giornali di cinema e ormai nemmeno su quelli. Da sempre mi affascina la creazione di universi immaginari con il semplice uso delle parole. Le canoniche recensioni un po' mi annoiano e da qualche mese a questa parte cerco di non informarmi per quanto mi è possibile su un film che mi interessa davvero vedere/approfondire, anche se, spesso, vince la curiosità.

Se dovessi scrivere un post di Kotionkin, cosa prenderesti in giro dei cinebloggers?
Io fondamentalmente voglio bene ai cinebloggers. Quel che mi spaventa dei bloggers in generale è l'utilizzo maniacale degli strumenti che il web mette a disposizione. Voglio dire, il mezzo-blog deve rimanere solo una finestrella sul mio mondo, preferisco ancora il tiepido calore di spesse murature. Sono fondamentalmente obsoleto.

Ti capita di andare al cinema da solo?
Spesso negli ultimi due anni, anche se ultimamente mi capita poco. Preferisco sempre scegliere accuratamente le compagnie da "cinema". Sono molto intollerante sotto questo aspetto.

Ricordi di qualche volta in cui hai portato al cinema una ragazza per cui avevi una cotta e te ne sei pentito perchè a lei non è piaciuto il film?
No.

Hai mai pomiciato al cinema?
No.

Ti sei mai innamorato di una star del grande schermo?
No.

I tre film che porteresti nella famosa isola deserta.
Ah. A questa domanda potrei rispondere periodicamente fornendo sempre risposte diverse. Attualmente direi La sottile linea rossa di Terrence Malick (in assoluto il mio regista prediletto), INLAND EMPIRE di Lynch e Magnolia di Paul Thomas Anderson. Filoni-varietà.

E i tre libri?
Aiuto. Ne vorrei leggere ancora tanti. Per ora dico Infinite Jest di David Foster Wallace perché devo ancora finirlo, Lamento di Portnoy di Philip Roth e Viaggio al termine della notte di Céline (perché devo ancora leggerlo e non vedo l'ora) e di nascosto, se non mi beccate, il magnifico Estensione del Dominio della Lotta di Houllebecq. Ci sta Howl di Ginsberg? E il Pasto nudo di Burroughs? Vi prego! Vi Prego!

Guardi la tv o segui serie televisive?
Guardo pochissima tv ma seguo molte serie-tv, assiduamente Il Dottor House, CSI (solo) Las Vegas, ER Medici in Prima Linea, ma la mia serie tv prediletta insieme a ER è Un Medico Tra gli Orsi.

Il disco più longevo sul tuo lettore mp3.
Non uso il lettore mp3. Il più longevo in ascolto periodico è The Wall dei Pink Floyd. Ma attualmente sono ossessionato dalle contaminazioni elettroniche quindi dico In Rainbows dei Radiohead e Year Zero dei Nine Inch Nails. Adoro anche tutti gli album dei Manic Street Preachers.

Il tuo ultimo concerto.
Non so quanti anni fa, ma tanti, i Cranberries.

Sei single attualmente?
No.

La tua ragazza seguiva il tuo cineblog? Cosa ne pensava?
Ne pensava bene. O meglio, fra il bene e il "boh" stupito. Dipende se aveva visto o meno il film.

Come ti definiresti?
Mah, in tanti modi, ma variano molto a seconda del momento.

Hai un sogno nel cassetto?
Vivere di scrittura (e di lettura)

Se potessi scegliere una città in cui vivere, quale sarebbe? Perchè?
Se dovessi per forza abitare in città sceglierei una città molto viva culturalmente. Una città con tante librerie. Non so, mi piacerebbe San Francisco. Ne ho un immaginario piacevole. In generale preferirei vivere in campagna ma non troppo distante da una città..

Cosa pensavano i tuoi migliori amici del tuo cineblog?
A dire la verità non lo so. O perlomeno non so cosa ne pensavano veramente.

Hai mai scritto una dedica su un libro regalato a qualcuno? Cosa c'era scritto?
Se regalo un libro spesso scrivo una dedica. E' come un timbro e spesso genera piacevoli ricordi. L'ultima era prolissa ma non era proprio un libro regalato. Di solito le mie dediche non sono mai molto personali.

Ti sei mai rifugiato al cinema di pomeriggio per sfuggire a una persona, un casino, un brutto momento?
Non mi sembra.

Chi vorresti incontrare tra i cinebloggers che non conosci?
Non lo so. Preferisco immaginarmeli da dietro e attraverso le loro parole.

Mai fatto fantasie su qualche cineblogger femmina?
No.

Se un giorno ti ritrovassi ad essere un personaggio di Casa Kekkoz, come saresti? Cosa faresti?
Non so cosa sia esattamente Casa Kekkoz. Ma sicuramente sarei un felice e necessario lettore dvd.

Il momento più bello dell'ultimo anno.
Un pomeriggio a leggere sdraiato vicino ad un fiume oppure il momento che verrà.

Il tuo primo bacio.
Affari miei…

L'errore più grosso della tua vita.
Non aver studiato ad oltranza. Ma nello stesso tempo, interrompere è la cosa più giusta che ho fatto. Perché credo ancora in una libertà d'espressione libera e non condizionata da (troppa) didattica.

La tua prima volta.
Affari miei…

I tuoi tre peggiori difetti.
Sono scostante, paranoico, permaloso, ho poco senso dell'umorismo e nel mio Caos sono maniacalmente perfezionista.

La tua più grande paura.
Tante, soprattutto quella di perdere la coerenza.

I tuoi tre migliori pregi.
Sono scostante, paranoico, permaloso, ho poco senso dell'umorismo e nel mio Caos sono maniacalmente perfezionista.

La cosa che ti manca di più, oggi, nella tua vita.
Abbastanza tempo per viaggiare come e quanto vorrei e per scrivere e leggere come e quanto vorrei.

Se potessi spendere una giornata con una persona, ovunque nel mondo, chi sceglieresti? Perche'?
A parte con i miei cari (e non è una risposta così scontata) con uno scrittore che ammiro. Per assorbire, per Osservare.

Cosa pensi di Kotionkin?
Mi piace il suo stile dissacrante dei meccanismi connettivi.

Chi c'è dietro Kotionkin, secondo te?
Non saprei davvero, ma la domanda si sta trasformando in un vero tormentone.

the comedian: la vera storia di ohdaesu/1

Che ora era?
Potevo vedere il riflesso della mia barba, lunga di tre giorni, sulla bottiglia di whiskey da quattro soldi, quasi vuota, poggiata sulla scrivania. Dovevo essermi appisolato per qualche ora.
Provai a mettermi seduto. Avevo un terribile mal di testa da sbornia e la schiena a pezzi per aver dormito su quella seggiola cigolante. La notte prima era un ricordo sbiadito. Ricordavo solamente di aver incontrato Frank Greedy, poi nulla. Nella stanza regnava il solito caos.
Mi raddrizzai sulla vecchia seggiola e provai a sgranchirmi braccia e gambe.
Sulla scrivania, le solite cartacce.
Diedi un'occhiata alle cinque o sei buste ancora chiuse. Forse quella era la volta buona per dar loro uno sguardo e sbarazzarmene.
Avevano tutte il medesimo aspetto innocuo. Bianche, sobrie, professionali. Tutte educatamente indirizzate a Mr. Oh Dae-Su, Detective Privato.
Ero io.
O quello che restava di me, dopo una bottiglia di whiskey scadente e una notte con Frankie Greedy che non riuscivo a ricordare.
Bollette, pubblicità di un deodorante per uomini, l'ennesima lettera del padrone di casa che reclamava l'affitto del mese e si lamentava per qualche sciocchezza. Una volta avevamo un buon rapporto, io e Mr. Allen, poi quelle dannate scimmie ammaestrate avevano rovinato tutto.
Animali deliziosi, certo. Ma ero stato un po' troppo ottimista sulla mia abilità di ammaestratore.
Gettai le bollette nel cestino, diedi uno sguardo alla lettera di Allen, poi mi misi a leggere il depliant sul deodorante Bosco Selvaggio e i suoi sei differenti aromi originali.
La testa mi scoppiava e non avevo nessuna intenzione di alzarmi da lì e andarmi a dare una rinfrescata.
Il trillo del telefono esplose come una granata ficcata dentro la mia povera scatola cranica.
Era Allen. Urlava qualcosa che non riuscivo ad afferrare.
Qualcosa a proposito di Mrs. Plowright e della spazzatura.
"Lei sa, Mr. Ohdaesu" diceva la vocetta stridula nella cornetta "che la signora Plowright è una donna anziana. Quando ha trovato quella bambola gonfiabile nei bidoni della spazzatura ha avuto un mancamento ed è stata portata di corsa all'ospedale"
"Il commesso mi ha ingannato" provai a giustificarmi con la bocca impastata di sonno e whiskey stantìo "io avevo chiesto una bambola che dicesse il mio nome se le si spremeva il braccio".
Ma Allen continuava con il suo sermone.
Riattaccai, spossato.
Stavo pensando di farmi un altro sonnellino, quando sentii dei passi di donna su per le scale.
Tacchi alti.
Il ticchettìo avanzava lentamente sui gradini che portavano al mio piano.
Poi si fermò davanti alla mia porta.
Inghiottii un po' di liquore acido e mi misi in attesa.
Bussarono. Risposi che era aperto.
Mrs. Jennifer Mahoney, moglie del re del formaggio Mahoney, nel suo completino Chanel color fragola, avanzò nel disordine sudicio del mio mondo.
"Mrs. Mahoney", dissi, trattenendo il subbuglio del mio apparato gastrointestinale.
"Detective" disse lei, con quelle labbra disegnate perfettamente dal rossetto rosso fuoco.
Provai ad alzarmi, ma non ci riuscii. Mi aggiustai la cravatta stropicciata e il colletto unto.
Abbozzai un sorriso, mentre quella donna bellissima ed elegante, col suo sguardo malizioso e acuto e i suoi capelli biondi che cadevano morbidi e confidenti sulle spalle, attraversava la stanza, scacciava le cartacce con la punta delle sue scarpe rosse, si sedeva sulla sedia di fronte alla mia scrivania e si accendeva una Lucky Strike senza filtro, continuando a studiarmi.
Attese che la sua prima boccata di fumo fosse svanita sopra la mia testa, prima di aprire bocca.
"Ha delle novità per me?" chiese con quella sua espressione indecifrabile, da adorabile sgualdrina.
Jonathan Mahoney era sparito da nove giorni, o forse di più, non riuscivo a ricordare. E la sua deliziosa mogliettina mi aveva assunto per ritrovarlo. Erano stati nove giorni davvero molto strani.
"La situazione è complicata, Mrs. Mahoney. Deve avere pazienza"
"Sono molto preoccupata" disse allora con voce affievolita, abbassando lo sguardo sul pavimento.
Che attrice strepitosa, pensai con la parte sana del mio cervello. Chissà chi l'aveva aiutata a fare sparire il vecchio Mahoney.
La vidi alzare lo sguardo e fissare qualcosa sotto la scrivania.
"Detective Ohdaesu" disse con voce strana "lei non ha le mutande"
La cosa non mi stupiva troppo.
"E..." continuò "ha la vagina".
Diavolo di un Frankie Greedy, pensai. Dove diamine mi aveva portato la notte prima?
"Ed un cappello da chef in testa", disse infine.
"E' stata una notte confusa, Mrs. Mahoney" dissi col tono di sempre, togliendomi il cappello da cuoco dalla testa e accavallando con grazia le gambe.
"Ma anche la sua, Mrs. Mahoney" dissi con un ghigno furbo, fissando i lividi freschi che facevano capolino dal colletto del suo abito "non deve essere stata noiosa".
Lei cambiò espressione e si aggiustò il colletto per nascondere i suoi segreti.
"Io la pago profumatamente per il suo lavoro, Ohdaesu" disse gettando una busta sulla scrivania e alzandosi in piedi con un tintinnio elegante di bracciali. "Spero che il mio John non sia in pericolo per colpa sua".
"Lei mi nasconde troppe cose, Mrs. Mahoney"
"Io non le faccio domande sul suo strano passato, Detective" disse lei con una smorfia furba, mentre si richiudeva la porta dietro le spalle.
Il mio passato.
Reclinai la seggiola e fissai il soffitto macchiato d'umido e di muffa.
Poi aprii il secondo cassetto della scrivania.
La lettera rossa era ancora lì.
La scartai per l'ennesima volta e lessi il biglietto anonimo.
"Per Mr. Oh Dae-Su, Detective Privato, 1094 Sunset Boulevard, Viareggio CA. La S.V. è invitata a partecipare al convegno organizzato dalla Fondazione Maximillian dal titolo "Cineblogs e Free Critic", il 16 giugno p.v.. Modererà il dibattito il prof. Vladimir Nicolescu, esperto della materia"
Rimisi il biglietto nella busta e la busta nel cassetto.
Cinebloggers.
Sembrava passato un secolo.
Forse era passato veramente un secolo.
E mi avevano trovato.
Mi alzai e andai a guardarmi allo specchio.
Avevo un'aria orribile.
Gettai uno sguardo tra le gambe, cercando di ricordare cosa fosse successo.
Nulla.
Tirai su la camicia e feci un mezzo giro.
Non male, però, non male.

(1- continua)